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martedì 31 marzo 2009

Alla scoperta del Golfo Paradiso, Riviera di Genova: Avegno, Recco e Camogli.

Avegno.

Una scoperta nel verde entroterra

Dal 1594 opera qui una delle più antiche fonderie artigianali di campane

Oggi il turista consapevole si orienta sempre più a ricer­care e a godere di quelle bel­lezze che un tradizionale at­teggiamento riservato e schivo ha tenute nascoste. Avegno è una scoperta, per chi si sottrae, magari per un poco, all'affol­lamento costiero, e ha molto da offrire.

A cominciare da ciuci clima mitigato dal mare e dalla brezza, che fa più dolci le sere estive, e rende piacevoli le passeggiate all'ombra degli ulivi.

Gli amanti dell'arte avranno una autentica sorpresa nel­l'antica chiesa di Testami, e quelli della buona tavola tro­veranno soddisfazione nelle semplici trattorie della valle. L'animazione, poi. non manca, con un calendario molto ricco. Avegno può anche vantare, tra i suoi motivi di interesse, una tra le più antiche fonderie artigianali di campane, attiva qui, pensate, dal 1594. I con­certi di campane Picasso suo­nano in tutto il mondo.

A Testana un'opera d'arte venuta da lontano

Ai primi elei '500, uno scultore di Bruxelles realizzò un altorilievo ligneo rappresentante la Crocifissione, lavoro animato da un gran numero di personaggi, tra il realistico e il grottesco, secondo lo stile fiammingo. Come la scultura sia arrivata a Testana non si sa. Ma merita d'essere vista, così come la bella parrocchiale (secolo XVII) intitolata a Santa Margherita.

Recco: Qui vengono tutti a gustare sole, mare ...e focaccia

Sapori e aromi, olio d'oliva e basilico, sono alla base della cucina ligure; alto esempio di alimentazione mediterranea, da tutti oggi riconosciuta salutare.

S i capisce: le attrattive sono molte, per chi viaggia senza fretta. E chi è buongustaio scoprirà presto come e con quali... saporiti argomenti, Recco si è guadagnata il titolo di "capitale gastronomica della Liguria'1 Appellativo ben giustificato non solo sul piano della qualità, ma anche su quello numerico.

Pensate: 3.000 posti a tavola in ristoranti, trattorie e focac-cerie!
Il merito va in primo luogo alla celebre focaccia col formaggio, leggera e gustosa, che si è addirittura guadagnata una testa tutta per sé (insieme a quella con le cipolle), la quarta domenica di maggio. Se in primavera sette dei più noti ristoranti locali, riuniti in consorzio, celebrano per la gioia dei gourmet le "serate gastronomiche recchesi", non sono da meno i cuochi degli altri locali nel proporre i piatti tipici della cucina ligure: trion­fo di pesce, naturalmente, con la frittura e il raffinato cappon magro; del pesto, delle trofie e dei pansoli con la salsa di noci; delle torte pasqualina, di riso e di verdure, della cima ...
Leggi anche: Alla scoperta del Golfo Paradiso, Riviera di Genova: Sori, Uscio e Mulinetti.
È un uso secolare scendere dalla pianura lombarda al mare di Recco

Non è un modo di dire: sono almeno mille anni che gli abitanti del nord si affac­ciano oltre Appennino verso il sole di Recco. Magari per restarci. Tant'è che Recco fu per lungo tempo benefi­cio ecclesiastico dei vescovi ambrosiani, e poi si legò per cinque secoli ad altri "foresti", i genovesi, che la fecero Capitanato con giurisdizione sui centri vicini. Pressoché distrutta nei bom­bardamenti del '43-'44, che miravano al gran ponte ferro­viario, Recco, Medaglia d'oro al merito civile, rinacque nuo­va e moderna, mantenendo comunque le sue caratteristi­che marinaresche esaltate oggi dagli sport del mare e in par­ticolare dalla pallanuoto con la mitica Pro-Recco.

Cominciando dal "Natale a Recco", che per un mese coinvolge tutti in un'animazione festosa, una ricca serie di iniziative offre motivi d'interesse. Ricordiamo solo il corso del carnevale, detto qui "carossez/o", e, ogni terza domenica del mese, il mercatino di piccolo antiquariato e modernariato. Il culmine è l'8 settembre, con le sfilate processionali delle Casaccie e la grandiosa esplosione pirotecnica della Sgra del Fuoco, animata dai sette quartiere cittadini.

Per stimolare l'appetito,potete scegliere tra belle passeggiate nei dintorni.
In un'ora di cammino, si può arrivare alla cappella dell'Ascensione, per godere silenzio
e panorama tra cipressi e ulivi.

Oppure in auto, sulla strada per Uscio, al santuario della Madonna del Suffragio (detta, qui,
"Madonna dell'otto settembre").

Camogli, fascino di mare. E' dipinto a colori vivaci il borgo dei bianchi velieri.
Per chi ancora non l'ha vista, non servono parole. Il fascino di Camogli è da scoprire sul posto. La sua fa­ma, ben meritata, è dovuta sì all'angolo pittoresco del porticciolo con le sue barche va­riopinte strette una all'altra, ma anche alla posizione felice sul mare che rende dolce il clima.

La palazzata multicolore delle case arrampicate; il ricordo di una tradizione niat'inara (i mil­le bianchi velieri...) che si avverte ancora presente e viva; il richiamo di manifestazioni originali come la Sagra del Pesce o la processione in barca alla Stella Maris; una natura, intorno, fiorita, verde e insieme aspra nelle scogliere a picco: il gusto di una cucina ligure di grande qualità; sono tutti motivi di attrazione che invi­tano qui in ogni stagione del­l'anno.

Le case di Camogli, così alte e dipinte a colori vivaci, segnano la fisionomia del borgo. Gli abitanti, in buona parte marinai e pescatori, hanno in queste facciate un utile punto di riferimento dal mare.

Un borgo marinaro non poteva che costruire la pro­pria cattedrale ... sul mare. La basilica, le cui origini risalgono al XII secolo, è de­dicata a Santa Maria Assunta, con facciata neoclassica e in­terni barocchi.

Poco sopra, su una roccia a picco, il Castel Dragone, co­struito nel XII secolo a dife­sa della città e del porto, e più volte distrutto incendiato e ricostruito.

Museo Ferrari, la storia della marineria.

La lunga storia della tradi­zione marinara, che raggiunse momenti eli vero splendore con una flotta di settecento basti­menti, è qui raccontala con modellini. quadri, cimeli, strumenti di navigazione ed ex-voto.

Da Ruta a San Rocco la passeggiata delle quiete

Se non ve la sentite di af­frontare la salita, partite da Ruta: una sinuosa strada in piano (via Molfino) vi condurrà in breve a San Rocco e alla sua chiesina, dal cui sagrato si abbraccia con lo sguardo tutto il Gol­fo Paradiso.

Angolo romantico, focaccette e buona cucina, ma da qui si dipartono anche i sentieri che salgono alla vetta di Portofino o scen­dono fino a punta Chiappa e San Fruttuoso.

Da qui, i battelli per Pontofino e la visita del Golfo Paradiso
Al porticciolo, tra le pic­cole barche multicolori, fanno scalo le imbarcazioni che por­tano i turisti alla vicina mera­viglia di San Fruttuoso, o in giro per il golfo. Ma si può arrivare a Portofino, alle Cinqueterre, a Portovenere. E il sabato, d'estate, è romantico il viaggio notturno per Genova.

Cristo degli Abissi
La statua del "Cristo degli abissi", meta di tutti gli appas­sionati subacquei, e non, è posta sul fondale a 17 metri di pro­fondità, all'ingresso della baia. I barcaioli vi ci condurranno volentieri e grazie alla limpi­dezza dell'acqua e al batiscopio di cui sono dotati, chiun­que potrà ammirare la bellis­sima statua opera dello scul­tore Galletti.

Difesa della torre Doria contro le Incursioni dei pirati: Un gioiello d'architettura targato F.A.I.

C'è una cala, incuneata nel monte di Portofino, che racchiude il complesso abba-ziale di San Fruttuoso. I monaci benedettini che vis­sero qui nel 1200, nel periodo di massimo fulgore, ebbero potere, privilegi e proprietà di estensione oggi non imma­ginabile. Il nucleo benedettino era sorto nel 984, sulle rovine di un preesistente convento.

Con la protezione dei potenti Doria, che eressero nel Cinquecento la torre di difesa contro pirati e veneziani la potenza di San Fruttuoso durò a lungo. (Oggi abbazia, chiostro e chiesa (raggiungibili solò via mare o per sentiero) formano un complesso monumentale di eccezionale valore, restaurato e salvaguardato dal Fondo per l'Ambiente Italiano.

Un parco naturale del Golfo Paradiso. Lungo le vie della natura

Naturalmente è a piedi che occorre avviarsi alla sco­perta dell'area tutelata del Par­co regionale di Portofino sul promontorio, alto più di sei­cento metri e proteso sui mare per oltre tre chilometri. Sul monte la macchia mediterra­nea rulla la scena all'ulivo: qui si realizza l'incontro tra il bosco fresco e ombroso, tipico di climi più rigidi, e la vegetazio­ne spontanea dove si incon­trano l'erica, il mirto, la gine­stra, il timo profumato, la sassifraga annidata tra le rocce.

Da San Rocco scendete il bel sentiero che porta a punta Chiappa, enorme formazione di puddinga protesa in mare: lungo la via incontrerete la chiesa romanica di San Nicolò di Capodimonte, di grande interesse storico e architettonico. Una rete di sentieri ottimamen­te segnalati consente, ancora partendo da San Rocco, di conoscere l'ambiente del parco e di calarsi completamente nella natura protetta.

Alla scoperta di un patrimonio ambientale intatto, museo vivente della natura Itinurari a piedi
e in rnountain-bike sul monte di Potofino e nell'entroterra.

L'arco delle colline che racchiudono il Golfo e il pro­montorio di Portofino offrono una vasta e curata rete di sen­tieri caratterizzati. per la mag­gior parte, da un'ampia vista sul mare.
Gli escursionisti esperti trove­ranno percorsi anche impe­gnativi, in particolare nel ter­ritorio del Parco, mentre per le famiglie si raccomandano i riposanli itinerari a mezzacosta tra gli ulivi.

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2 commenti:

  1. Stupendo borgo marittimo ridente e variopinto. Bellissimo percorso, da scoprire sicuramente!

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    1. E' per me sempre bello ritornarci - il panorama , in qualsiasi stagione è sempre entusiasmante. Un sogno, paesino meraviglioso. Grazie per il tuo commento.

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