Il territorio comunale è il secondo maggiore della provincia savonese dopo Sassello e il quinto in Liguria. Recentemente si è tenuta a Cairo la conferenza sulla costruzione ufficiale della "Città delle Bormide".
COME SI ARRIVA A CAIRO
Si raggiunge in auto provenendo da Genova o da Torino con l'Autostrada A6 Savona-Torino, uscendo al casello di Altare.
Ma si può raggiungere direttamente per ferrovia, con la Savona San Giuseppe - Alessandria, mentre chi proviene da Torino deve cambiare linea a San Giuseppe.
ASPETTI GEOGRAFICI
Adagiata in una scenografica cornice di colline, pochi km a settentrione del Colle di Cadibona (460msl), convenzionalmente posto quale limite tra le Alpi Marittime e l'Appennino Ligure, è cresciuta e si è sviluppata la città di Cairo Montenotte.
Definita, e non a torto, "capitale della Valle Bormida" è bagnata sulla sponda sinistra da un ramo sorgentizio di fiume, appunto la Bormida, da cui prende nome la Vallata. Raccoglie infatti le acque della Bormida di Mallare (Pian dei Corsi) e della Bormida di Fallare (Colle del Melogno), che si uniscono dopo un paio di km nella conca di Carcare per originare la Bormida di Spigno. Il corso
d'acqua discende poi verso una valle più ampia e d fili più dolci rispetto a quella Bormida di Millesimo, confluenti quest'ultima poco a monte di Bormida diventando infine uno degli affine Tanaro.
Splendido gioiello neoclassico Villa De Mari, costruita nel 1825 su progetto di Carlo Barabino (ideatore del Teatro genovese Carlo Felice) per conto del nobile Luigi Durazzo divenne proprietà alcuni anni dopo dei Marchesi De Mari, i cui discendenti la occuparono fino alla fine degli anni ottanta. La villa con il suo ampio parco, non è al momento visitabile; è situata in via XXV aprile lungo la comunale per Rocchetta.
A pochi km da Cairo, lungo la strada per Cortemilia, sorge una notevole testimonianza artistica: l'ex convento francescano risalente al XIII secolo. La tradizione vuole che a fondarlo sia stato San Francesco. E con ogni probabilità l'episodio ha un fondamento storico. Nel 1213 il Santo aveva infatti intrapreso un viaggio alla volta del Marocco per tentarne l'evangelizzazione. Giunto a Cairo miracolò la figlia di Ottone del Carretto sordomuta dalla nascita. Il nobile allora si sdebitò donando all'ordine dei" Minori Osservanti" un appezzamento di terra per edificarvi un convento la cui chiesa venne consacrata a N.S. degli Angeli. Nel tempo la struttura si allargò .Nel 1770 vi dimoravano ancora una ventina di monaci che vi tenevano corsi di filosofia.
Quasi sicuramente (anche se accurate perizie non sono mai state eseguite) si devono a Guglielmo Caccia da Montabone detto il Moncalvo, attivo intorno ai primi anni del XVII.
Un passato millenario contraddistingue l'Abbazia di S.Pietro e Nicolo di Ferrania. In un primo documento del 1027 si parla di una donazione di beni fatta da Tete del Vasto (padre di Bonifacio) ai monaci benedettini, da alcuni anni già insediati nella zona. Settanta anni dopo, nel dicembre 1097, Bonifacio del Vasto dona a sua volta ai canonici benedettini, che nel frattempo avevano accolto la regola di S'Agostino, una grande estensione di terreno, chiese, ecc.
All'interno dell'Abbazia è stato allestito un museo in raccolte circa diecimila rarissimi arredi.
Sulle alture di Ferrania a pochi km. da Cairo, trovate il refrigerio sicuro nella silente macchia boschiva del Parco dell'Adelasia.
La leggenda vuole che Adelasia.figlia di Ottone I di Sassonia ,per coronare il sogno d'amore, osteggiato dal padre, con Aleramo, decidesse di fuggire con il suo amato, trovando riparo nella grotta naturale da cui il Parco prende nome. Dalla Riserva partono quattro itinerari escursionistici di notevole pregio forestale floristico e paesaggistico, ed è attraversata dall'Alta Via dei Monti liguri che fa tappa al rifugio della Cascina Miera.
L'ARCHEOLOGIA
Le radici della Cairo neolitica e poi romana hanno trovato riscontro proprio nella zona circostante la chiesa. Durante occasionali scavi vennero alla luce in prossimità dell'area un tempo conosciuta come San Donato, numerose asce di pietra di età neolitica. Alcuni anni dopo vennero esumati anfore lucerne, manufatti di metallo, vetro e terracotta. Questi straordinari reperti sono conservati nel museo Archeologico di Genova Pegli. Ma le sorprese non sono finite. Recenti scavi archeologici hanno rivelato le sorprendenti tracce di un insediamento agricolo risalente all'epoca di Roma imperiale. Per mancanza di finanziamenti, la campagna si è arenata e oggi il sito non è visibile.
LA PITTURA
La pinacoteca di cui Cairo deve ancora dotarsi, la troviamo però all'interno del Santuario.
Vi si possono infatti ammirare gli exvoto del grande paesaggista e ritrattista cairese Carlo Leone Gallo (1875-1960) sofferente che il pittore Domingo Motta (1872-1962) di Santuario ritrae nel 1954.