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venerdì 30 marzo 2012

Bioparco di Roma, nel cuore di Villa Borghese, la natura vista da vicino.

Situato nel cuore di Villa Borghese, al centro di Roma, il Bioparco nasce nel 1911 ed è uno dei più antichi Giardini Zoologici d'Europa. Oggi ospita oltre 1.000 animali appartenenti a 200 specie tra mammiferi, rettili, uccelli e anfibi ed è inserito in un contesto botanico tra i più interessanti e suggestivi di Roma con più di 1.000 alberi, alcuni dei quali rari e centenari.

Qual è il ruolo di uno zoo? Negli ultimi decenni l'antico concetto di zoo è cambiato radicalmente, passando da un luogo in cui si collezionavano animali rari ad una struttura attiva:

- nella conservazione delle specie minacciate di estinzione attraverso la partecipazione ai programmi internazionali di riproduzione in cattività;

- nell'educazione ambientale attraverso mostre, convegni, attività di sensibilizzazione per il pubblico, eventi mediatici e progetti didattici per le scuole.

Il Bioparco è membro dell'Associazione Internazionale Educatori Zoo (IZE - International Zoo Educators), un'organizzazione internazionale che promuove il ruolo educativo degli zoo nel mondo attraverso seminari, workshop e linterscambio di esperienze tra una struttura e l'altra.

E' importante sapere che:
il Bioparco è membro dell'Associazione Europea Zoo e Acquari (EAZA - European Association of Zoos and Aquaria) che promuove progetti per la salvaguardia della natura attraverso programmi internazionali di sensibilizzazione, di raccolta fondi e di riproduzione in cattività delle specie a rischio di estinzione (EEP - European Endangered species Programme).

Attualmente il Bioparco partecipa a 19 EEP fra cui quello per il licaone, il mandrillo, il leopardo dell'Iran, il leone asiatico.

Gli animali presenti sono nati in cattività al Bioparco o in altre strutture zoologiche, oppure provengono da sequestri effettuati dalle forze dell'ordine in caso di detenzione illegale o maltrattamenti.
L'attività di conservazione più importante che gli zoo compiono è quella indiretta, attraverso la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti delle più ampie tematiche di attualità ambientale come la Biodiversità, da cui dipende la sopravvivenza di tutte le specie, uomo incluso.

Crescere con gli animali.
Scuole e gruppi
Attività interattive, laboratori e percorsi mirati

Feste di compleanno e centri estivi
Fra leoni, elefanti e giraffe i bambini giocano, socializzano e imparano divertendosi
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Week-end.
· I pasti degli animali
· A tu per tu con la fattoria dei bambini
· Animazione, spettacoli, laboratori manuali

Servizi e relax.
Al Bioparco sono presenti: 3 bar e un ristorante, aree pic-nic, Il Caffè del Parco con un bar, un self-service ed un roof-garden, La Libreria al Bioparco, il punto vendita ricco di articoli da regalo e libri.

Ampio parcheggio gratuito fronte ingresso

Bioparco Express.
Un modo diverso per scoprire il Bioparco attraverso un giro panoramico comodamente trasportati dal trenino.

Orario d'apertura:
Aperto tutto l'anno: da Gennaio a Marzo e da Ottobre a Dicembre, dalle 9.30 alle 17,00.
Da Aprile a Settembre, dalle 9.30 alle 18.00, con prolungamento sabato, domenica e festivi fino alle 19.00.
Chiuso il 25 Dicembre.

Come Arrivare:
In Tram: n° 3 e 19 - fermata "Bioparco".
In Bus: n° 52, 53, 926.
In Metropolitana: P.le Flaminio via Veneto
In auto: dal GRA uscita Salaria Centro Parioli.


Piazzale del Giardino Zoologico, 1/A 00197 Roma Tel. 06 36.08.211
info@bioparco.it
www.bioparco.it



 
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venerdì 23 marzo 2012

Le Grotte di Castelcivita rappresentano un formidabile fenomeno sotterraneo del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.

Alle porte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in provincia di Salerno, le Grotte di Castelcivita costituiscono, con i loro 1200 metri di percorso turistico su un totale di circa 4800, uno dei complessi speleologici più estesi dell’Italia meridionale.

Il sistema di cavità sotterranee, anche noto come “Grotte del Diavolo”, “Grotte di Spartaco” o “Grotte Principe di Piemonte”, si apre a 94 metri di altitudine, tra le rive del fiume Calore ed il versante sud-occidentale dei Monti Alburni, mostrando da subito un suggestivo scenario di gallerie, ampi spazi e strettoie, scavate dall’azione millenaria dell’erosione carsica.

Le Grotte di Castelcivita si sviluppano lungo un unico ramo principale da cui, in più punti, si disserrano brevi diramazioni secondarie. Il sistema ipogeo si presenta suddiviso in due diversi settori, separati da un dislivello positivo di circa 5 metri denominato “Salto”. La risalita dei gradoni “Salto” consente di passare da un perscorso propriamente turistico, ad un percorso fuori sentiero che, attraverso spettacolari ambienti concrezionati, adorni di imponenti ed eccentriche formazioni calcaree, conduce fino ad un ampio bacino idrico definito “Largo terminale”.

Dopo numerose esplorazioni speleologiche, documentate già a partire dalla fine dell’Ottocento, nel 1972, le Grotte di Castelcivita acquistano una notevole rilevanza paleontologica, grazie alla localizzazione di interessanti depositi archeologici, proprio all’ingresso della cavità.


Dall’analisi dei reperti recuperati (strumenti in pietra e resti fossili) si è potuta accertare una frequentazione umana del sito risalente a circa quarantamila anni fa. Il fascino delle testimonianze relative alle abitudini di vita dell’uomo preistorico e la suggestione di straordinari fenomeni naturalistici e geomorfologici, realizzano, all’interno delle Grotte di Castelcivita, l’incanto di un surreale paesaggio sotterraneo ancora attivo, in cui l’incessante stillare delle volte, continuando a formare stalattiti e stalagmiti, accompagna il cammino di numerosi visitatori durante tutto l’anno.

p.le N. Zonzi 84020 Castelcivita (SA) Tel. 0828 77.23.97 / 339 2222809
info@grottedicastelcivita.com
www.grottedicastelcivita.com 

Orario d'apertura

Dal 1° Aprile al 30 settembre visite alle 10.30, 12.00, 13.30, 15.00, 16.30, 18.00.
Marzo e Ottobre visite alle 10.30, 12.00, 13.30, 15.00.
Da Novembre a Febbraio visite solo su prenotazione.


Come Arrivare:


In auto: Per chi viene da nord: Autostrada A3, uscire a Campagna e proseguire per Serre e successivamente per Controne.
Per chi viene da sud: A3, uscire a Petina, proseguire per Scorzo di Sicignano degli Alburni e successivamente per Postiglione e per Controne.

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domenica 18 marzo 2012

Canyon "Rio Sass": cascate d'acqua cristallina alte decine di metri, angusti passaggi scavati nella roccia, oscure e misteriose gole a picco su profondi burroni.

Cascate d'acqua cristallina alte decine di metri, angusti passaggi scavati nella roccia, oscure e misteriose gole a picco su profondi burroni... questi fantastici spettacoli naturali rimasti per secoli nascosti ed inaccessibili sono stati recentemente riscoperti e sono oggi percorribili in suggestivi percorsi costruiti nella roccia.

Grazie alla sua particolare conformazione morfologica la Val di Non è stata recentemente ribattezzata la Valle dei Canyon; visitarla vuol dire ammirare e godere appieno della suggestiva fusione di natura e cultura che il suo territorio sa offrire all'ospite. I due percorsi del "Canyon Rio Sass" e del "Parco Fluviale Novella" permettono di attraversare il cuore della roccia in completa sicurezza su passerelle metalliche.

Si praticano in compagnia di esperte guide che forniscono caschetto per far sentire i più piccoli come giovani esploratori di un mondo incantato.

L’intero percorso si trasforma in un suggestivo viaggio tra giochi di luci ed ombra che si stagliano su impervie rocce ricoperte di muschi e licheni dai colori smeraldi e vermigli.

Le particolarità naturalistiche e geologiche che si incontrano lungo il tragitto sono davvero tante: dalle marmitte dei giganti ai fossili, passando per stalattiti e stalagmiti, senza dimenticare la ricca fauna che abita il torrente.

Dopo il percorso in forra, caratterizzato dal frastuono dell’acqua che scorre impetuosa tra la roccia, si esce invece in una verde cornice stranamente silenziosa, dove il Rio Sass scorre più placidamente baciato finalmente dai raggi del sole. Il ritorno avviene ripercorrendo in salita l’intero tragitto dell’andata.

Al termine della visita al Canyon Rio Sass chi vuole può continuare il percorso nelle gole di Fondo sempre costeggiando il torrente, ma questa volta in direzione opposta, fino a raggiungere l’incantato Lago Smeraldo di Fondo attraverso una romantica passeggiata illuminata anche di notte.

Località di partenza e arrivo Fondo, PIazza San Giovanni
Tempo di percorrenza 1 ora e 30 minuti / 2 ore
Livello di difficoltà facile
Quota minima 867 m
Quota massima 980 m
Dislivello in salita totale 113 m
Dislivello in discesa totale 113 m
Distanza in salita 0.73 km
Distanza in discesa 0.77 km
Pendenza media della salita 15%
Pendenza media della discesa 15%
Pendenza massima della salita 21%
Pendenza massima della discesa 21%

Orario d'apertura.

Aperto da fine aprile a fine ottobre.


Come Arrivare.

In auto: Autostrada A/22 Modena Brennero. All'uscita di Trento Nord proseguire per strada statale 43 in direzione Valle di Non.
All'uscita di Bolzano Sud proseguire in direzione Merano, successivamente per la statale 42 seguire le indicazioni Val di Non - Passo della Mendola.
Da MERANO per la statale 238 in direzione Passo Palade Valle di Non.
Dal PASSO DEL TONALE per la statale 42 in direzione Val di Sole e Valle di Non.


Canyon Rio Sass: Piazza S. Giovanni 38013- FONDO (TN) - Tel. / Fax 0463 85.00.00 Parco Fluviale Novella:Cloz – Dambel – Romallo (TN) Tel. 0463 43.20.64 / 329 8366160

smeraldo@fondo.it
www.canyonriosass.it


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martedì 13 marzo 2012

La Biosfera conserva un delicatissimo ecosistema che ospita piante e animali della foresta pluviale.

La Biosfera, progettata da Renzo Piano e realizzata nell'ambito del restyling urbanistico dell'area del 2001, è una struttura sospesa sul mare, realizzata in vetro e acciaio.

Al suo interno è conservato un delicatissimo ecosistema che ospita piante e animali della foresta pluviale, tra cui anfibi, rettili, insetti, uccelli.

L'emozione che produce l'ingresso nella foresta della Biosfera, sotto la guida di personale esperto, permette di cogliere la straordinaria unicità degli ambienti tropicali e la gravità del loro rapido processo di distruzione.

In un ambiente unico trovate rari esemplari di alberi tropicali come le felci arboree, le più grandi al mondo coltivate in vaso, l'Acacia delle giraffe, la Palma del viaggiatore, la gomma, il caffè, il cacao e molte altre utilizzate tradizionalmente dall'uomo.

Tra gli animali che popolano la Biosfera il vero protagonista è il pappagallo, un Cacatua delle Molucche, particolarmente curioso e affettuoso.

Un sistema computerizzato controlla il clima interno, regolando le temperature e creando giochi di nebbia, mentre la guida di personale esperto, permette di cogliere la straordinaria unicità degli ambienti tropicali riprodotti.

La Biosfera, infatti rappresenta la bellezza, la complessità e la fragilità delle foreste tropicali, ambienti tra i più ricchi in termini di biodiversità e minacciati a causa dell'eccessivo sfruttamento delle risorse da parte dell'uomo.

Orario d'apertura:

Aperto tutto l'anno:
da Novembre a Febbraio, da martedì a domenica,
dalle 10.00 alle 17.00.
da Marzo a Ottobre, da martedì a domenica,
dalle 10.00 alle 19.00.
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Come Arrivare:

In auto: Autostrada A7, uscita Genova Ovest.
Via Al Mare Fabrizio de Andrè 16128 Genova (GE) Tel. 010 23.45.659
biosfera@costaedutainment.it
www.acquariodigenova.it/biosfera

Animali.

    Chelus fimbriatus (mata mata, o tartaruga foglia)
    Eudocimus ruber (ibis scarlatto)
    Lagonosticta senegala (astro amaranto)
    Taeniopygia guttata (diamante mandarino)
    Vidua macroura (vedova dominicana)
    Vidua paradisaea (vedova del Paradiso)

Inoltre:

    Farfalle
    Piranha
    Quaglie dipinte della Cina tropicale
    Uccello tessitore

Vegetali.
 
    Acacia erioloba (acacia delle giraffe)
    Carica papaia (papaia)
    Ceiba speciosa (albero bottiglia)
    Cinnamomum zeylanicum (cannella)
    Coffea (caffè)
    Couroupita guineensis (albero dalle palle di cannone)
    Dendrobium compactum (orchidea)
    Ficus benjamina
    Ficus sycomorus (sicomoro)
    Gossypium (cotone)
    Manilkara chicle (chewing gum)
    Musa acuminata (banano)
    Nepenthes (nepente)
    Passiflora phoenicea
    Phalaenopsis amabilis (orchidea)
    Piper nigrum (pepe)
    Ravenala madagascariensis (albero del viaggiatore)
    Theobroma cacao (cacao)
    Vanilla planifolia (vaniglia)

Inoltre:

    Felci arboree
    Mangrovie 


 
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sabato 3 marzo 2012

Il lago d'Orta o Cusio è un lago alpino del Piemonte collocato tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola.

Il Lago d'Orta, che si trova ad ovest del Lago Maggiore, lascia il turista con una sensazione unica ed indimenticabile grazie ai suoi panorami mozzafiato, le sue vie strette e ciotolate e la sua vegetazione.

Ad est il monte Mottarone separa il lago d'Orta dal Lago Maggiore, mentre a ovest monti alti fino a 1300 metri separano lo specchio acqueo dalla Valsesia. È il più occidentale fra i laghi prealpini, originato dal fronte meridionale del ghiacciaio del Sempione.

Contrariamente a quanto accade con molti laghi alpini, che hanno un emissario a sud, le acque del lago d'Orta escono dal lago a nord. Attraversano la città di Omegna dando vita al torrente Nigoglia che confluisce nello Strona che, a sua volta, sfocia nel Toce e quindi nel Lago Maggiore.

Al centro del lago si trova l'isola di San Giulio, di dimensioni assai contenute, che ospita nella Basilica le spoglie del santo omonimo.

Nel medioevo il lago era noto come lago di San Giulio e solo a partire dal XVII secolo cominciò ad affermarsi il nome attuale di lago d'Orta, dalla principale località, Orta San Giulio. Il nome Cusius (Cusio) deriva da una cattiva lettura della Tabula Peutingeriana dove compare un lacus Clisius la cui esatta identificazione è incerta.

Il nome Cusio (diffuso sulla base dell'autorità dello storico Lazzaro Agostino Cotta, autore della Corografia della Riviera di San Giulio alla fine del Seicento) entrò comunque nell'uso, dapprima erudito e quindi amministrativo ed è ora utilizzato per indicare il lago. Sono invece da relegare tra le speculazioni fantastiche le ipotesi che farebbero derivare il nome Cusius dalla fantomatica tribù degli Usii. Il nome degli Usii appare per la prima volta negli scritti dello storico Antonio Rusconi, verso il 1880, e da alcuni è stato ripreso acriticamente in seguito.

Balzac disse:
"Un delizioso piccolo lago ai piedi del Rosa, un'isola ben situata sull'acque calmissime, civettuola e semplice, (......). Il mondo che il viaggiatore ha conosciuto si ritrova in piccolo modesto e puro: il suo animo ristorato l'invita a rimanere là, perché un poetico e melodioso fascino l'attornia, con tutte le sue armonie e risveglia inconsuete idee....è quello, il lago, ad un tempo un chiostro e la vita..."
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