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lunedì 14 gennaio 2013

A confine tra Liguria e Toscana, il Parco Montemarcello-Magra è un vero e proprio laboratorio di progetti “certificati” di conservazione e riqualificazione ambientale.

ente parco montemarcello magra1A confine tra Liguria e Toscana, il Parco Montemarcello-Magra include un territorio di 4320,8 ettari, ricco di valenze naturali, storiche e culturali, attraversando i confini di ben 18 comuni: Ameglia, Arcola, Beverino, Bolano, Borghetto Vara, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Carro, Carrodano, Follo, Lerici, Pignone, Riccò del Golfo, Rocchetta Vara, Santo Stefano Magra, Sarzana, Sesta Godano e Vezzano Ligure.

Il mare e la costa con borghi marinari di forte attrattiva e incantevoli spiagge lasciano il posto alla Val di Magra con le sue zone umide ricche di biodiversità e nell’entroterra alle verdi colline della Val di Vara. Oltre all’area fluviale di grande pregio naturalistico e storico-culturale è il Promontorio del Caprione ideale punto di partenza per molte escursioni.

ente parco montemarcello magra mapMa il Parco non è solo un insieme di paesaggi unici, è anche un laboratorio di progetti “certificati” di conservazione e riqualificazione ambientale che ruotano sul Centro Regionale Fauna Minore, sull’Orto botanico di Montemarcello e sul Centro Studi sulle aree protette e gli ambienti fluviali, punto di riferimento per i parchi fluviali italiani.

L’area fluviale è caratterizzata da una ricca vegetazione ripariale a salici che svolge una importante opera stabilizzatrice del substrato alluvionale. I più diffusi sono il salice bianco (Salix alba), il salice rosso (S. purpurea) e il salice ripaiolo (S. eleagnos), meno comuni il salice da ceste (S. triandra) e l’endemico salice dell’Appennino (S. apennina).

Nella fascia più arretrata e lontana dalla corrente principale, su depositi limoso-sabbiosi, si sviluppano formazioni boschive più evolute caratterizzate da ontano nero (Alnus glutinosa), pioppo nero (Populos nigra), pioppo bianco (Populus alba) e salici arborei.

Tra le specie sommerse di acque stagnanti troviamo il sempre più raro millefoglio d’acqua comune (Myriophyllum spicatum), il ceratofillo comune (Ceratophyllum demersum) e varie specie di brasca, sulle sponde lungo le rive dei corsi d’acqua e dei canali troviamo canneti a cannuccia di palude (Phragmites australis) e formazioni di lisca maggiore (Typha latifolia) o lisca a foglie strette (Typha angustifolia) mentre sui greti fluviali piante erbacee come l’inula viscosa (Cupulia viscosa).

Si possono poi ammirare diversi altri ambienti: dalle pinete di pini marittimi (Pinus pinaster) con eriche, ai cui margini crescono il ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus) e il terebinto (Pistacia terebintus), ai boschetti di leccio (Quercus ilex). Non mancano prati, ginestre (Spartium junceum) e grandi cespugli di ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus) che crescono in mezzo a formazioni rocciose calcaree.

Il Promontrorio del Caprione presenta sui due versanti delle colline una differenza nella copertura vegetale dovuta all’esposizione, ai  venti e all’influenza del mare o del fiume. Il versante sul fiume Magra è caratterizzato da pinete di pino marittimo, nelle colline di Bocca di Magra, e dal bosco misto di caducifoglie (cerro, roverella, carpino nero ecc.).

Sul versante a mare, troviamo estese pinete di pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e altre tipiche formazioni mediterranee: il bosco di leccio, di cui rimangono solo piccoli lembi, la macchia, formata da un insieme intricato di arbusti e liane sempreverdi e la gariga, composta da bassi arbusti ed erbe e ricca di specie aromatiche.

Il paesaggio vegetale è infine caratterizzato da vaste aree occupate dagli antichi oliveti terrazzati che ricoprono vaste aree del Caprione, soprattutto lungo il versante a mare ma anche nelle colline intorno ad Ameglia.

La produzione di olio è stata una delle principali fonti di guadagno per la popolazione locale fino agli anni 50 ma in seguito molte colture di questo tipo sono state abbandonate a cominciare dagli oliveti più impervi, provocando un progressivo deperimento delle piante e un deterioramento dei muretti a secco. In primavera negli oliveti fioriscono anemoni, orchidee e in estate papaveri e gladioli oltre a numerose erbe.
Flora.
La flora di pregio del parco fluviale è costituita soprattutto da piante acquatiche e palustri, sempre più rare a livello nazionale a causa delle opere di bonifica. Tra le piante di maggiore interesse citiamo, per esempio, il Millefoglio d’acqua (Myriophyllum spicatum), il Coltellaccio (Sparganium erectum), la Lisca maggiore (Typha latifolia) e la Lisca a foglie strette(Typha angustifolia).

Il promontorio del Caprione, per le differenti condizioni climatiche cui è soggetto, è caratterizzato dalla presenza di una ricca flora mediterranea. Numerose sono le sclerofille sempreverdi, piante dalle foglie spesse e coriacee, come per esempio leccio (Quercus ilex), corbezzolo (Arbutus unedo), alaterno (Rhamnus alaternus), lentisco (Pistacia lentiscus) e mirto (Myrtus communis).
  
Vi sono poi specie protette in Liguria (L.R. 30/1/84 n.9) tra cui l’iris nano (Iris lutescens), il narciso tazetta (Narcissus tarzetta), e numerose orchidee selvatiche.

Particolarmente importante è la presenza del cisto bianco (Cistus albidus), arbusto dalle vistose fioriture, che sul Caprione si trova al limite orientale della sua area di distribuzione ed è uno dei simboli del parco.

Oasi LIPU.
Da ottobre 2009 è operativa l’Oasi Lipu di San Genesio di Arcola una struttura gestita dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e aperta ai visitatori venerdì, sabato e domanica mattina e pomeriggio.
Gli obiettivi e le finalità della LIPU sono la promozione dell’area come punto di riferimento per le scuole e la comunità del territorio, attraverso iniziative ed eventi natura durante tutti i periodi dell’anno, anche attraverso collaborazioni con ricercatori e università per studiare e monitorare le emergenze naturali dell’Oasi.

’oasi e il centro visite sono un punto di riferimento per tutti gli appassionati di natura, per la comunità locale e per tutte le scuole materne, elementari e medie del Comune di Arcola per le quali, grazie a una convenzione stipulata tra Oasi LIPU, Comune di Arcola e Ente Parco Montemarcello-Magra, le attività didattiche sono gratuite.

L’Oasi è una sorta di “aula verde permanente” dove costruire, con gli insegnanti, programmi e percorsi didattici. Una struttura “viva”, un luogo dove poter anche organizzare corsi di aggiornamento sulle tematiche dell’educazione ambientale con maestri e insegnanti. Vi invito dunque a continuare a venire all’Oasi, viverla, amarla, unendovi a noi per E ’ possibile prestare un po’ del proprio tempo al lavoro volontario presso l ’Oasi.

Per informazioni e collaborazioni con l’Oasi si può contattare il n° 349 0956080 o scrivere a oasi.arcola@lipu.it - http://www.oasilipuarcola.blogspot.com/

Mammiferi.
Sul Caprione i mammiferi sono rappresentati da carnivori quali la volpe (Vulpes vulpes), la faina (Martes foina), la donnola (Mustela nivalis), il tasso (Meles meles), da insettivori quali il riccio (Erinaceus europaeus) e la talpa (Talpa europaea) e da roditori come lo scoiattolo (Sciurus vulgaris), il topo quercino (Eliomys quercinus), il ghiro (Glis glis) e il moscardino (Muscardinus avellanarius).

Negli ultimi anni ha avuto grande diffusione anche il cinghiale (Sus scrofa).
Tra i chirotteri si trovano il Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros), e l ’euriale (Rhinolophus euryale Blasius), alcuni vespertilionidi tra cui il maggiore (Myotis myotis), il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), il Serotino (Vespertilio serotinus Schreber) e la Nottola (Nyctalus noctula).

Geologia.

La geologia del bacino del fiume Magra, ampio circa 1964 Kmq, è molto complessa. Per comprendere la varietà di rocce attraversate dai corsi del Vara e della Magra possiamo osservare il diverso aspetto dei ciottoli trasportati dalla corrente del fiume e depositati sulle sponde fluviali.
Scopriamo così le arenarie, composte da piccoli granuli sabbia cementati assieme e che costituiscono gli alti rilievi del M. Gottero e del M.

Civolaro, le serpentine, rocce vulcaniche di colore verde scuro, molto diffuse nella Val di Vara ed inoltre i rossi diaspri, i calcari, le marne ecc.
Particolarmente interessante è la serie geologica di Punta Bianca, l’estremità meridionale del promontorio del Caprione. Il nome “Punta Bianca” è dovuto alla presenza di uno spesso strato di calcare bianco, utilizzato per la sua bellezza già in epoca romana.

Nei pressi di Punta Bianca affiorano le rocce più antiche della provincia della Spezia (450-350 milioni di anni fa), formate da antiche argille che hanno subito, nel tempo, un processo metamorfico.

 
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