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mercoledì 26 giugno 2013

10 itinerari nel parco dell’Adamello.

Valle_Camonica_Lago_Aviolo_Foto_Parco_AdamelloIl Parco Adamello, situato nel cuore delle Alpi Retiche, si estende per 510 Kmq sul versante sinistro orografico della Valle Camonica, nella porzione nord-orientale della Provincia di Brescia.

Sui numerosi sentieri attrezzati che attraversano il Parco (tra cui il ben noto Sentiero n° 1) il paesaggio altoalpino si mostra in tutta la sua spettacolarità.

Numerosi e altrettanto suggestivi sono pure gli itinerari per escursioni meno impegnative a piedi, cavallo o mountain-bike, all'interno delle più belle vallate dell'area protetta. L'ambiente naturale del Parco Adamello si distingue per l'eccezionale ricchezza floristica e vegetazionale, con una sensibile presenza di specie rare ed endemiche oltre che per la fauna, tipicamente alpina (caprioli, cervi, camosci, stambecchi, ecc).

A differenza degli altri complessi montuosi di origine sedimentaria appartenenti alle Alpi Meridionali, le rocce costitutive del Gruppo dell'Adamello hanno origine magmatica, intrusiva. Il processo di raffreddamento dei "plutoni" provenienti dal centro della Terra e penetrati nelle fratture di rocce preesistenti ha preso inizio circa 42 milioni di anni fa, a partire dalla zona del Monte Re di Castello ed è terminata, estendendosi verso nord (Monte Presanella), circa 29 milioni di anni fa.

I tipi principali di rocce magmatiche presenti nel massiccio adamellino sono i seguenti:

  • quarzodioriti (Monte Adamello, Monte Avio)
  • tonaliti a grana grossa (Corno Baitone, Val Miller, Val Salarno, Valle Adamé)
  • granodioriti (Monte Re di Castello, Cima Laione, Cima Terre Fredde, Alta Valle di Stabio).

Queste ultime formano il nucleo del Gruppo (M. Adamello, M. Fumo, Valli d'Avio e Paghéra).

Tonaliti a grana grossa costituiscono il Corno Baitone, le Valli Miller, di Salarno e Adamé; mentre di quelle a grana minuta sono il Re di Castello, M. Listino, la Val di Stabio ecc.

adamello parco mappa-pianoTra i minerali fondamentali delle rocce dell'Adamello si trovano il quarzo, il feldspato, l'orneblenda, il plagioclasio. Il magma incandescente, sgorgato dal profondo, ha metamorfosato "per contatto" le preesistenti rocce di origine sedimentaria, derivanti da antiche barriere coralline, di cui oggi rimangono significativi resti solamente nella porzione meridionale del Parco, in particolare in Val fredda e Val di Cadino. Calcari e dolomie sono stati trasformati in marmi saccaroidi e calcefiri (Corna Bianca), mentre nella parte più settentrionale del Parco le arenarie sono state metamorfosate in granati (Corno delle Granate). La natura cristallina ed impermeabile delle rocce del Gruppo dell'Adamello, agendo in modo sinergico con la presenza del ghiacciaio, determina una significativa abbondanza di sorgenti e corsi d'acqua, che un tempo davano origine a torrenti di grande portata e cascate suggestive e spettacolari.

I calcari puri si sono trasformati in marmi, i materiali argillosi in rocce microcristalline con frattura scheggiosa (usate tradizionalmente come piòde per coprire gli edifici rurali in Valle Camonica) o in formazioni cristalline che contengono minerali accessori come miche e granati.

Le forme attuali delle montagne sono in gran parte modellate dalla plurimillenaria azione dei ghiacciai e dai successivi fenomeni di erosione prodotti dagli agenti atmosferici.

Nella prima metà del Novecento ha preso avvio un'azione di sbarramento e captazione di numerosi corpi idrici del Parco, in particolare nelle conche del Lago d'Arno e del Lago Baitone, in Val Salarno e Val d'Avio, opere facenti capo a due imponenti impianti idroelettrici, quelli di S. Fiorano e di Edolo.

1. - SULLE CRESTE DEL TONALE

Tra i due grandi parchi dell'Adamello e dello Stelvio


Tempo di percorrenza

Percorso ad anello: ore 4.50. Utilizzando la seggiovia in salita e in discesa si risparmiano circa 50 minuti di cammino.

Dislivello totale in salita

910 m (Quota minima: 1863 m, nei pressi del Parco del Tonale - Quota massima: 2694 m, Monte Tonale Occidentale).

Segnaletica

Segnavia CAI n. 63, sentiero non segnato e tracce.

Interessi prevalenti

Paesaggistico, storico, floristico, vegetazionale, geologico, faunistico.

Difficoltà

Escursione senza particolari difficoltà. Richiede tuttavia un discreto allenamento e un po' di attenzione in alcuni tratti esposti in cresta.

Periodo consigliato

Da luglio a settembre.

Come arrivare alla partenza

Il Passo del Tonale si raggiunge in auto, o con mezzi pubblici, risalendo la strada statale n. 42, sia dalla Valcamonica (versante lombardo) sia dalla Val di Sole e Val Vermiglio (versante trentino). L'itinerario inizia circa 500 m a ovest del valico, al bivio fra la statale e la strada che porta alla funivia per il Passo Paradiso. Chi volesse salire con la Seggiovia Nigritella fin nei pressi della Vallazza deve raggiungere l'impianto al primo tornante stradale sotto il passo, nel versante lombardo.

2. - LE TORBIERE DEL PASSO DEL TONALE.

Un giardino botanico naturale


Tempo di percorrenza

Percorso ad anello: ore: 1.30

Dislivello totale in salita

20 m (Quota minima: 1863 m, bivio con la strada che porta alla funivia per Passo Paradiso-Quota massima: 1883m, Passo del Tonale).

Segnaletica

Assente

Interessi prevalenti

Ambientale, vegetazionale,floristico, geomorfologico, storico.

Difficoltà

Escursione facile. Poiché il percorso si svolge in buona parte su suoli torbosi intrisi d'acqua, sono consigliabili calzature impermeabili o stivali.

Periodo consigliato

Da giugno a settembre.

Come arrivare alla partenza

Il Passo del Tonale si raggiunge in auto, o con mezzi pubblici, risalendo la strada statale n.42, sia dalla Valcamonica (versante lombardo) sia dalla Val di Sole e Val Vermiglio (versante trentino). L'itinerario inizia nei pressi del monumento-ossario ai caduti della prima guerra mondiale.

3.- DAL TONALE A PONTE DI LEGNO

Sulle tracce dell'antica strada
Tempo di percorrenza
Solo andata: ore 2.15.
Dislivello totale in salita
650m. (Quota massima:1863 m, nei pressi del Passo del Tonale-Quota minima: 1257 m, Ponte di Legno).
Segnaletica
Sentieri e mulattiere non segnati, segnavia CAI n.51 e segni rossi a vernice.
Interessi prevalenti
Paesaggistico, antropico, vegetazionale, floristico.
Difficoltà
Escursione facile. occorre un po' di attenzione per evitare di deviare dal percorso consigliato.
Periodo consigliato
Da giugno a ottobre.
Come arrivare alla partenza
Il Passo del Tonale si raggiunge in auto, o con mezzi pubblici, risalendo la strada statale n.42, sia dalla Valcamonica (versante lombardo) sia dalla Val di Sole e dalla Val Vermiglio (versante trentino). L'itinerario inizia circa 500 m. a ovest del valico, al bivio tra la statale e la strada che porta alla funivia per il Passo Paradiso.

4. - IL "SENTIERO DEI FIORI"

Un ardito sentiero di guerra tra rocce e fiori da percorrere solo se esperti alpinisti o accompagnati da guide alpine
Tempo di percorrenza
Percorso ad anello: ore 4. Percorrendo a piedi il tratto tra il Passo Paradiso e la Capanna Presena vanno aggiunti altri 30 minuti. La presenza di neve o ghiaccio sul Sentiero dei Fiori può aumentare notevolmente i tempi di percorrenza.
Dislivello totale in salita
450 m (Quota minima:2740 m, Capanna Presena - Quota massima: 3166 m, Corno di Lago Scuro).
Segnaletica
Percorso non segnalato e segnavia CAI n. 44.
Interessi prevalenti
Paesaggistico, storico, floristico, geomorfologico.
Difficoltà
Via ferrata di notevole esposizione che richiede pratica e attrezzatura alpinistica (picozza, ramponi, corda ecc.). All'inizio dell'estate la presenza di ghiaccio e neve può rendere il percorso difficoltoso.
Periodo consigliato
Da luglio a settembre.
Come arrivare alla partenza
In auto o con mezzi pubblici si raggiunge il Passo del Tonale risalendo la strada statale n. 42 dalla Valcamonica o dalla Val di Sole. Circa 500 m prima del valico, sul lato bresciano, si imbocca la strada che porta al piazzale antistante la stazione della funivia. Qui si parcheggia e si sale al Passo Paradiso (2573 m) dove si prosegue in seggiovia fino alla Capanna Presena (2740 m) nei pressi della fronte del Ghiacciaio di Presena.

5. - LA VAL SERIA E LA VAL DI CASOLA

La varietà della natura nel nord dell'Adamello
Tempo di percorrenza
Percorso ad anello: ore 4.30. Salendo in seggiovia fino al Rifugio Petitpierre il tempo di percorrenza diminuisce di circa un'ora.
Dislivello totale in salita
900 m (Quota minima: 1507 m, Valbione - Quota massima: 2397 m, Bocchetta di Casola). Utilizzando la seggiovia per salire da Valbione all'ex Forte del Corno d'Aola il dislivello si riduce a 490 m.
Segnaletica
Segnavia CAI n. 47, 40, 41.
Interessi prevalenti
Paesaggistico, geologico, floristico, vegetazionale, storico.
Difficoltà
Escursione facile.
Periodo consigliato
Da giugno a ottobre.
Come arrivare alla partenza
A Ponte di Legno, in alta Valcamonica, si raggiunge la stazione inferiore della seggiovia, al margine meridionale del paese. Con l'impianto a fune si sale quindi al margine meridionale del paese. Con l'impianto a fune si sale quindi al pianoro di Valbione (all'imbocco della Val Seria) dove inizia l'escursione a piedi. Questa località è raggiungibile anche in auto da Ponte di Legno proseguendo lungo la strada sterrata dopo la stazione della seggiovia. Va tuttavia ricordato che durante l'estate il transito veicolare sulla strada per Valbione è consentito solo a orari fissi. Qualora si desiderasse percorrere a piedi anche questo tratto è necessario prevedere tre quarti d'ora circa per la salita e mezz'ora per la discesa.

6.- NELLA VALLE DELL'AVIO.

Verso l'alta montagna al cospetto dell'Adamello
Tempo di percorrenza
Percorso in parte ad anello: ore 6.50 (compreso il ritorno).
Dislivello totale in salita
1070 m. (Quota minima: 1584 m, Malga Caldea-Quota massima : 2650 m, Bocchetta del Pantano).
Segnaletica
Segnavia CAI n. 11, 1, 12.
Interessi prevalenti
Geomorfologico, glaciologico, vegetazionale, tecnologico, storico.
Difficoltà
Escursione priva di particolari difficoltà che richiede, però, un buon allenamento per la sua lunghezza e per il notevole dislivello.
Periodo consigliato
da luglio a settembre.
Come arrivare alla partenza
A Temù, in alta Valcamonica, si seguono le indicazioni per il Rifugio Garibaldi (segnavia n.11) imboccando la strada che scende verso il fondovalle. Dopo aver attraversato il ponte sull'Oglio la si segue verso destra per alcune centinaia di metri fin nei pressi del Ponte della Valle (1120 m.) dove, prima di attraversare il torrente Avio, si devia a sinistra imboccando la strada che sale parallela al corso d'acqua. Raggiunto un bivio si lascia a destra il ramo che porta alla teleferica di servizio Enel e si prosegue a sinistra lungo la carrareccia in salita. Dopo circa 5 km da Temù si oltrepassa Malga Caldea (1584 m) e poco più avanti si parcheggia. Da qui si prosegue a piedi lungo la strada (chiusa con una sbarra) riservata ai mezzi di servizio ai sovrastanti impianti idroelettrici

7.- SULL'ADAMELLO.

Un grandioso ambiente polare nel sud dell'Europa
Tempo di percorrenza
Salita: ore 5.00. Discesa: ore 3.30.
Dislivello totale in salita
1100 m (Quota minima: 2548 m, Rifugio Garibaldi-Quota massima: 3539 m, Monte Adamello).
Segnaletica
Segnavia CAI n. 11 fino al Passo Brizio. Sul ghiacciaio è solitamente presente una pista dovuta al calpestio.
Interessi prevalenti
Paesaggistico, glaciologico, geomorfologico, storico.
Difficoltà
Itinerario impegnativo. Si svolge in buona parte su ghiacciaio e, per un breve tratto, su via ferrata in roccia, notevolmente esposta. Richiede attrezzatura adeguata e pratica alpinistica.
Periodo consigliato
Da luglio a settembre.
Come arrivare alla partenza
L'itinerario ha come base di partenza il Rifugio Garibaldi (2548 m.), raggiungibile a piedi da Malga Caldea con l'itinerario n.6.

8.- SULLA PUNTA DEL VENEROCOLO.

Uno straordinario balcone sui ghiacciai
Tempo di percorrenza
Salita: ore 2.40. Discesa: ore 1.50.
Dislivello totale in salita
775 m (Quota minima: 2548 m, Rifugio Garibaldi-Quota massima: 3323 m, Punta del Venerocolo).
Segnaletica
Segnavia CAI n.42 fino al Passo del Venerocolo. Il tratto successivo, fino alla Punta del Venerocolo, è privo di segnavia.
Interessi prevalenti
Paesaggistico, geomorfologico, glaciologico.
Difficoltà
Escursione d'alta montagna priva di particolari difficoltà. In alcuni tratti la salita è un po' disagevole per la presenza di morena formata da grandi massi. Richiede equipaggiamento adeguato. scarponi, maglione, giacca a vento ecc.
Periodo consigliato
Da luglio a settembre.
Come arrivare alla partenza
L'itinerario ha come base di partenza il Rifugio Garibaldi (2548 m), raggiungibile a piedi da Malga Caldea con l'itinerario n.6.

9.- NELLE VALLI DI VALLARO E PAGHERA

Tra i boschi dell'alta Valcamonica e lungo il fiume
Tempo di percorrenza
percorso ad anello: ore 4.
Dislivello totale in salita
800 m (Quota minima: 1020 m, Fiume Oglio nei pressi di Vezza d'Oglio-Quota massima: 1733 m, Roccolo Pornina).
Segnaletica
Segnavia CAI n.72a, 72; sentieri e mulattiere non segnati.
Interessi prevalenti
Vegetazionale, antropico, faunistico, paesaggistico.
Difficoltà
Escursione facile.
Periodo consigliato
Da giugno a ottobre.
Come arrivare alla partenza
In alta Val Camonica si percorre la statale n.42 fino al km 130 (tra Vezza d'Oglio e Stadolina), dove si imbocca la strada che scende verso il fondovalle. Dopo poco più di un chilometro si attraversa il ponte sull'Oglio, poco sotto Stadolina e, subito dopo, si parcheggia in località Valar, dove inizia l'itinerario a piedi. Stadolina è raggiungibile anche con autobus di linea. Dalla fermata si scende a Valar in pochi minuti.

10.- LA CONCA D'AVIOLO E LA VAL GALLINERA.

Verso la valle degli alberi giganti
Tempo di percorrenza
Solo andata: ore 5.30. Scendendo a piedi fino a Edolo il tempo di percorrenza si allunga di oltre un'ora.
Dislivello totale in salita
1030 m (Quota minima: 1494 m, piazzale teleferica in Val Paghera - Quota massima: 2320 m, Passo Gallinera).
Segnaletica
Segnavia CAI n. 21.
Interessi prevalenti
Paesaggistico, floristico, vegetazionale, geologico, faunistico.
Difficoltà
Escursione senza particolari difficoltà che richiede, però, un buon allenamento per la sua notevole lunghezza e per il dislivello.
Periodo consigliato
Da giugno a ottobre.
Come arrivare alla partenza
Nei pressi del centro abitato di Vezza d'Oglio, in alta Valcamonica, si abbandona la strada statale e si imbocca Via Stella, per raggiungere in breve il fondovalle. Dopo aver attraversato l'Oglio su un ponte si risale sull'opposto versante e quindi si inoltra in Val Paghera. Percorsi circa 5 Km di strada asfaltata si oltrepassa il Rifugio Alla Cascata per giungere, poco più avanti, nei pressi della stazione inferiore di una funivia da tempo in disuso, dove si parcheggia l'auto. Qui la strada termina e inizia il sentiero n. 21.

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domenica 16 giugno 2013

I 10 post più letti nel mese di Maggio 2013.

1.- Lago di Como, passeggiando o facendo un giro in battello è possibile godere di fantastici scorci e panorami.

lago di Como

Il lago di Como ha una superficie di 146 km quadrati e raggiunge 414 metri di profondità. E' il terzo lago italiano per estensione dopo quello di Garda e il Verbano. E' un lago stretto e lungo, dalla forma di Y rovesciata, con i due rami che vanno a sud verso Lecco e a sud-ovest verso Como.Nei Promessi Sposi il lago di Como viene decantato dal Manzoni con questi celebri versi: "Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno....".
Il bacino è composto da tre parti differenti: a sud-ovest il ramo di Como, a sud-est il ramo di Lecco e a nord il ramo di Colico (o "alto lago"), il più aperto dei tre. I fiordi meridionali rinserrano il montagnoso Triangolo Lariano. La divisione dei tre rami è ben visibile dal Sasso di San Martino, sopra Griante. Particolarmente tipica è la costa orientale del ramo comasco, impervia e ricoperta di boschi.

 

2.- Portofino è da sempre soprannominata la "Piazzetta" più bella del mondo.

Portofino è senza dubbio uno dei borghi marinari più belli e famosi del mondo. Negli anni 60' e 70', star come Ava Gardner, Frank Sinatra, Brigitte Bardot e Lauren Bacall, Humphrey Bogart, Elizabeth Taylor e Richard Burton, Clark Gable, Catherine Deneuve, Liza Minelli e Rex Harrison, frequentavano l'Italia per appassionanti incontri mondani pieni di suggestione.
I giornali di quell'epoca che si occupavano di mondanità, facevano a gara per raccontare nel mondo queste storie piene di fascino e di mistero che hanno reso celebre l'Italia, come simbolo della "Dolce Vita" Internazionale quando si animava in Via Veneto e Piazza di Spagna a Roma. Oggi è ancora luogo d’incontro del jet-set e turismo internazionale.

 

3.- Bioparco di Roma, nel cuore di Villa Borghese, la natura vista da vicino.

Situato nel cuore di Villa Borghese, al centro di Roma, il Bioparco nasce nel 1911 ed è uno dei più antichi Giardini Zoologici d'Europa. Oggi ospita oltre 1.000 animali appartenenti a 200 specie tra mammiferi, rettili, uccelli e anfibi ed è inserito in un contesto botanico tra i più interessanti e suggestivi di Roma con più di 1.000 alberi, alcuni dei quali rari e centenari.
Qual è il ruolo di uno zoo? Negli ultimi decenni l'antico concetto di zoo è cambiato radicalmente, passando da un luogo in cui si collezionavano animali rari ad una struttura attiva:
- nella conservazione delle specie minacciate di estinzione attraverso la partecipazione ai programmi internazionali di riproduzione in cattività;
- nell'educazione ambientale attraverso mostre, convegni, attività di sensibilizzazione per il pubblico, eventi mediatici e progetti didattici per le scuole.

 

4.- Puglia: antichi trulli e masserie per un nuovo turismo.

Sono tra le strutture tradizionali più belle della regione, Oggi, in molti casi, trasformate in alberghi e residenze raffinate.
Ai contadini di una volta sarebbe sembrato impensabile che le masserie, che per loro significavano sacrifici e fatica, fossero trasformate in alberghi. La Puglia contadina s'è reinventata nel giro di pochi decenni. E se un tempo lo scenario si presentava come un'immutabile campagna color grano con costruzioni abbandonate, ora è tutto un fiorire di hotel. Una rinascita intelligente.
La regione, in molti casi, è riuscita a frenare la costruzione di nuove e ingombarnti strutture ricettive e ha favorito la rinascita di ciò che già esisteva.
Nel caso dei Trulli di Alberobello, come spesso succede, a capirne la bellezza sono stati per primi gli stranieri. A settembre i Trulli, Patrimonio Unesco dal 1996, hanno festeggiato i cento anni come Monumento nazionale. Dei vecchi rifugi per pastori e contadini è rimasto poco: ora le costruzioni coniche di origine antica, sono simbolo di un turismo colto e raffinato. D'estate sono una residenza ideale perché non distano molto dal mare e perché restano freschi per i materiali usati.

 

5.- Il lago d'Orta o Cusio è un lago alpino del Piemonte collocato tra le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola.

Il Lago d'Orta, che si trova ad ovest del Lago Maggiore, lascia il turista con una sensazione unica ed indimenticabile grazie ai suoi panorami mozzafiato, le sue vie strette e ciotolate e la sua vegetazione.
Ad est il monte Mottarone separa il lago d'Orta dal Lago Maggiore, mentre a ovest monti alti fino a 1300 metri separano lo specchio acqueo dalla Valsesia. È il più occidentale fra i laghi prealpini, originato dal fronte meridionale del ghiacciaio del Sempione.Contrariamente a quanto accade con molti laghi alpini, che hanno un emissario a sud, le acque del lago d'Orta escono dal lago a nord. Attraversano la città di Omegna dando vita al torrente Nigoglia che confluisce nello Strona che, a sua volta, sfocia nel Toce e quindi nel Lago Maggiore.

 

6.- Panorami liguri, dall'Appennino al mare (parte terza).

Il crinale tra il Passo di Garlenda e il Rifugio Sanremo: in fondo a sinistra il Saccarello, a destra la Cima Bertrand

 

7.- Il parco faunistico Le Cornelle ospita centinaia di animali rari e particolari.

Il parco faunistico Le Cornelle è un parco faunistico istituito a Valbrembo il 19 aprile 1981, ad opera di Fiducio Benedetti. Scopo del parco è quello di conservare la fauna selvatica in stato di cattività, secondo il progetto EEP (European Endangered Species Programme), al quale il parco ha aderito sin dalla fondazione.
Gli animali vivono in recinti che ricostruiscono l'ambiente di provenienza, e si riproducono: i cuccioli vengono reintrodotti negli originali luoghi di provenienza, secondo le direttive del progetto. Un rapporto quasi sacro, che dura da millenni. Un rapporto fatto di delicati equilibri, bisognoso di un rispetto necessario per il mantenimento e l’incolumità di qualsiasi specie, umana ed animale. In questa ottica il parco faunistico "Le Cornelle" esce dal solito concetto di semplice "zoo", per contribuire concretamente alla protezione e alla salvaguardia delle specie animali.
Specie minacciate dal rischio di estinzione e specie meno rare, ma altrettanto importanti. La presenza di oltre cento specie di animali ospitati al parco non vuole essere una semplice ed esclusiva attrattiva, ma un preciso stimolo alla conoscenza dei problemi che riguardano il mondo animale e quindi, più in generale, la natura.

 

8.- Gli Itinerari nel Parco della Lessinia: percorsi di tipo naturalistico - ambientale, strutture museali e importanti siti archeologici.

lessinia parco fioreIl Parco Naturale della Lessinia occupa la parte sommitale dei Monti Lessini. Ha nelle particolarità geologiche e nei paesaggi che da esse conseguono la sua più forte connotazione: doline, grotte, ponti naturali, sono fenomeni di grande interesse scientifico che offrono al visitatore incantevoli visioni. Famosi sono i giacimenti fossiliferi di Bolca - Pesciara e Monte Postale, che hanno fornito reperti di specie vegetali ed animali degli ambienti lagunari e oceanici, oggi apprezzabili nel locale Museo dei Fossili. Di notevole interesse sono anche gli aspetti vegetazionali e faunistici visitabili nei Musei della Lessinia e nel Centro di educazione Ambientale di Malga Derocon. Gli elementi che rendono questa zona particolarmente interessante sono molti e vanno dalla posizione geografica, che copre un territorio vasto e di facile accessibilità grazie alle diverse direttrici che si diramano da Verona, alla diversificazione dell'offerta: percorsi di tipo naturalistico - ambientale, strutture museali e importanti siti archeologici, località attrezzate per gli sport estivi ed invernali, centri famosi e peculiari per la tipicità dei prodotti enogastronomici, fra cui i vini delle D.o.c. Valpolicella, Soave, Lessini Dur.

 

9.- Escursionismo in Liguria: il Mongioie e il Bric di Conoia.

conoia92_mulino_viozeneDalla chiesa di Viozene (1245) si seguono i segni bianco-rossi della G.t.a. che portano in breve al soprastante Pian Rosso (1550) nelle vicinanze del Rifugio Mongioie (1555). Si trascura la deviazione a sinistra per il rifugio (palina segnaletica) e si prosegue dritti lungo una traccia che risale alcune fasce erbose e che sbuca, poco sopra, sulla mulattiera proveniente dal rifugio.
Dopodichè il sentiero guadagna rapidamente quota con numerosissimi tornanti per entrare poi nel vallone al Pian dell’Olio (2090). Con un bel percorso tra affioramenti rocciosi e chine erbose si perviene al Bocchino dell'Aseo (2292). All'Aseo si svolta a sinistra e si rimonta il versante orientale del Mongioie fino a raggiungere l’aerea cresta e la croce di vetta (2630).
In discesa si segue il sentiero che, dalla cima del Mongioie, scende in direzione sud-ovest tagliando a mezzacosta i pendii erbosi della Cima delle Colme e arriva al Bocchino delle Scaglie (2325). Si piega quindi a sud e si discende il ripido canalone detritico della Gola delle Scaglie che sfocia sui pascoli sopra il Pian Rosso ed il Rifugio Mongioie. Al rifugio si seguono le indicazioni per Viozene ed in pochi minuti ci si ricollega con l’itinerario di salita.

 

10.- Escursioni in montagna: attenzione, (in) pericolo vipere.

Durante le escursioni in montagna può capitare di imbattersi in serpenti. In Italia vivono rappresentanti di due famiglie: i colubridi e i viperidi.
I primi sono totalmente innocui, i secondi, rappresentati da quattro specie - Vipera aspis, V. ursinii, V. berus, V. ammodite - sono invece velenosi.
L'immaginario collettivo ha probabilmente ingigantito i rischi derivanti dalla vipera italiana, che raramente è mortale: la possibilità di essere morsi è infatti piuttosto remota, soprattutto se si adottano norme di cautela come indossare scarponcini alti e calzettoni, fare attenzione quando si raccolgono funghi o erbe, usare un bastone per allontanare rami e foglie.

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mercoledì 5 giugno 2013

Panorami liguri, dall'Appennino al mare (parte terza).

Il crinale tra il Passo di Garlenda e il Rifugio Sanremo: in fondo a sinistra il Saccarello, a destra la Cima Bertrand - 22 aprile 2009

Ecco come si presenta la Torbiera del Laione nel Parco del Beigua: un vero e proprio lago. Merito dello scioglimento della neve che in questo inverno è stata eccezionalmente abbondante - 2 maggio 2009

Salendo sull'Armetta dal Colle di Caprauna: panorama verso il gruppo del Saccarello e verso il Pizzo d'Ormea - 9 maggio 2009

Salendo sull'Armetta dal Colle di Caprauna: panorama verso il gruppo del Saccarello e verso il Pizzo d'Ormea - 9 maggio 2009

La vetta del Monte Armetta e, sullo sfondo, il Pizzo d'Ormea - 9 maggio 2009

In vetta all'Antoroto. Panorama verso il Pizzo d'Ormea e il Mongioie - 20 maggio 2009

La Conca di Piaggia Bella e il rifugio Saracco Volante dove passano gli itinerari per la Cima delle Saline, Cima Pian Ballaur e il Marguareis - 2 giugno 2009

Panorama verso la Val Pesio e le Alpi Marittime salendo verso la Cima Nord di Serpentera dal rifugio Garelli - 7 giugno 2009

Panorama dalla Cima delle Saline: la Val Ellero, la Cima Cars a sinistra e, piccolissimo, il rifugio Mondovì - 13 giugno 2009

Panorama dalla Cima Pian Ballaur - 13 giugno 2009

Dal Pizzo d'Ormea: l'intaglio della Colla del Pizzo incorniciato dai rododendri - 19 giugno 2009

In Val d'Aveto: il Prato della Cipolla, il Monte Bue e il Maggiorasca - 25 giugno 2009

Salendo alla Rocca dell'Abisso: il forte Giaura e sullo sfondo il Marguareis - 28 giugno 2009

Dalla vetta della Rocca dell'Abisso: i laghi di Peirafica nel versante francese sono ancora ghiacciati - 28 giugno 2009

Il forte Centrale sopra Col di Tenda - 28 giugno 2009

fonte: Escursioni in Liguria

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martedì 4 giugno 2013

Panorami liguri, dall'Appennino al mare (seconda parte).

Terrazzamenti per la coltivazione dei vigneti tra Case Pianca e Volastra (Cinque Terre)

I colori infuocati dell'alba dal Monte Antola (foto di Marco Varesi)

La bianca distesa di Prato della Cipolla. Sullo sfondo il Monte Bue e il Maggiorasca

Il Monte Nero in un paesaggio davvero incredibile

Splendido scorcio panoramico dalla sella tra il Bue e il Maggiorasca

Il suggestivo presepe luminoso sulla collina che domina il borgo di Manarola

Il Rifugio Argentea reso candido dalla neve e, alle sue spalle, il mare

Ambiente incantato sul Monte Beigua: il sole trafigge le nuvole e si riflette sul mare

Il Penna visto dalla sella tra i monti Nero e Cantomoro

Panorama dal Redentore (Monte Saccarello) verso le Liguri superbamente innevate

Il crinale e il Redentore dalla casermetta che si trova poco sotto la vetta del Saccarello

Panorama dalla cima del Saccarello verso le Marittime

Panorama dal Saccarello verso il Redentore e il Monte Frontè

Il Lago Nero parzialmente ghiacciato e, sulla destra, i fianchi nord-occidentali del Monte Nero (foto di Marco Varesi)

Il Lago Nero parzialmente ghiacciato e, sulla destra, i fianchi nord-occidentali del Monte Nero (foto di Marco Varesi)

fonte: Immagini d’Italia

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Panorami liguri, dall'Appennino al mare (parte prima).

Tra Levanto e Manarola con il mare sotto di noi

Fioritura di narcisi a Casa del Romano

Il panorama delle Alpi Liguri dal Saccarello

Incredibile spettacolo della galaverna sull'Alta Via presso Cima Pian di Lerca

L'antico borgo di Manarola visto dall'alto

Il mare e la piana di Loano scendendo dal Monte Carmo

Il golfo di Sestri Levante e Punta Manara dalle pendici del Treggin

Il golfo di Sestri Levante e Punta Manara dalle pendici del Treggin

Il golfo di Sestri Levante e Punta Manara dalle pendici del Treggin

Fioriture nella Conca Tribolata

Tappeti di rododendri sul versante occidentale del Pietravecchia

La cappelletta del Monte Penna completamente ricoperta di galaverna

Il Monte Penna fotografato dalla Caserma Forestale

La rosa dei venti sul Pizzo d'Ormea

fonte: Immagini d’Italia

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