La Valle ti accoglie con un abbraccio appena lasci Bolzano alle spalle, con toni di verde e d’azzurro: le pareti si innalzano e confinano l’orizzonte come in uno sterminato giardino con giochi d’acqua di giganti.
L’Isarco scende deciso attraversando paesi e città, e specchiando i dirupi nelle acque rapide a scendere, rumoreggiando.
Scrigno di tesori creati per mano dell’uomo o della natura: dalle ridenti facciate dipinte delle case di Chiusa, ai portici ombrosi di Bressanone, alle vie fiorite di Vipiteno.
O avventuroso punto di partenza per raggiungere i turriti castelli dei paesi baronali di costa, su strade panoramiche per viste che gonfiano il cuore.
Scrigno di tesori culinari, dove una generazione di cuochi preparati e temerari ha saputo creare scuole e tradizione, in una enclave gastronomica che non ha paragoni. Costruire un percorso tra le migliori tavole della valle rappresenta solo una scelta nell’abbondanza.
Tra i tanti che si possono scegliere, ecco alcuni punti di riferimento ormai consolidati, meta fissa degli appassionati alla ricerca delle migliori espressioni della cucina altoatesina contemporanea.
Ci sarà l’imbarazzo della scelta tra la cucina di precisione, delicata e fiorita di Martin Obermarzoner al Jasmin di Chiusa, che nella sua piccola sala da pranzo serve solo percorsi di degustazione concordati per poter offrire sempre il meglio del mercato, oppure a pochi chilometri di distanza a Gudon ci si può rilassare nella romantica Stube dell’Unterwirt di Thomas Haselwanter, calda di legno profumato, e assaggiare quei piatti così nitidamente ancorati al territorio eppure capaci di essere attuali.
Ci si potrà spingere a Vipiteno per perdersi nei richiami esotici che contaminano la cucina di Burkhard Bacher, chef del Kleine Flamme, capace di spingere i suoi orizzonti fino all’Estremo Oriente con il suo uso spregiudicato di spezie e aromi, restando profondamente vicino ai prodotti locali, oppure salire a Mules alla Casa della famiglia Stafler, posto di ristoro centenario che prende il nome di Einhorn (Unicorno). Potrai approfondire la conoscenza dei piatti tradizionali, eseguiti con moderna attenzione alla presentazione e alla cura dell’ingrediente, o affidarti alle intuizioni dello chef Peter Girtler, tra pastinaca e salsiccia speziata, carni rustiche e selvaggina.
Passando per Bressanone, giusto prima di perderti nei capogiri per l’immenso Duomo potrai riposarti all’Oste Scuro – Finsterwirt, locanda di tradizione medievale dai cui tempi deriva il nome del locale non privo del fascino dell’antichità. Potrai finalmente assaggiare una vera Eisacktaler Weissweinsuppe – la zuppa di vino bianco tipica della Valle Isarco – oppure lasciarti affascinare dalla creatività di Hermann Mayr. Risalendo poi fino a Vandoies incontrerai La Passion, la casa di bambola di Wolfgang ed Helena Kerschbaumer: pochi metri quadri racchiusi nel legno chiaro, per tre tavoli curati fino al dettaglio.
L’Isarco scende deciso attraversando paesi e città, e specchiando i dirupi nelle acque rapide a scendere, rumoreggiando.
Scrigno di tesori creati per mano dell’uomo o della natura: dalle ridenti facciate dipinte delle case di Chiusa, ai portici ombrosi di Bressanone, alle vie fiorite di Vipiteno.
O avventuroso punto di partenza per raggiungere i turriti castelli dei paesi baronali di costa, su strade panoramiche per viste che gonfiano il cuore.
Scrigno di tesori culinari, dove una generazione di cuochi preparati e temerari ha saputo creare scuole e tradizione, in una enclave gastronomica che non ha paragoni. Costruire un percorso tra le migliori tavole della valle rappresenta solo una scelta nell’abbondanza.
Tra i tanti che si possono scegliere, ecco alcuni punti di riferimento ormai consolidati, meta fissa degli appassionati alla ricerca delle migliori espressioni della cucina altoatesina contemporanea.
Ci sarà l’imbarazzo della scelta tra la cucina di precisione, delicata e fiorita di Martin Obermarzoner al Jasmin di Chiusa, che nella sua piccola sala da pranzo serve solo percorsi di degustazione concordati per poter offrire sempre il meglio del mercato, oppure a pochi chilometri di distanza a Gudon ci si può rilassare nella romantica Stube dell’Unterwirt di Thomas Haselwanter, calda di legno profumato, e assaggiare quei piatti così nitidamente ancorati al territorio eppure capaci di essere attuali.
Ci si potrà spingere a Vipiteno per perdersi nei richiami esotici che contaminano la cucina di Burkhard Bacher, chef del Kleine Flamme, capace di spingere i suoi orizzonti fino all’Estremo Oriente con il suo uso spregiudicato di spezie e aromi, restando profondamente vicino ai prodotti locali, oppure salire a Mules alla Casa della famiglia Stafler, posto di ristoro centenario che prende il nome di Einhorn (Unicorno). Potrai approfondire la conoscenza dei piatti tradizionali, eseguiti con moderna attenzione alla presentazione e alla cura dell’ingrediente, o affidarti alle intuizioni dello chef Peter Girtler, tra pastinaca e salsiccia speziata, carni rustiche e selvaggina.
Passando per Bressanone, giusto prima di perderti nei capogiri per l’immenso Duomo potrai riposarti all’Oste Scuro – Finsterwirt, locanda di tradizione medievale dai cui tempi deriva il nome del locale non privo del fascino dell’antichità. Potrai finalmente assaggiare una vera Eisacktaler Weissweinsuppe – la zuppa di vino bianco tipica della Valle Isarco – oppure lasciarti affascinare dalla creatività di Hermann Mayr. Risalendo poi fino a Vandoies incontrerai La Passion, la casa di bambola di Wolfgang ed Helena Kerschbaumer: pochi metri quadri racchiusi nel legno chiaro, per tre tavoli curati fino al dettaglio.
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