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giovedì 27 febbraio 2014

Alpi cuneesi: Escursioni e Sentieri.

Le descrizioni dei percorsi presenti in questo sito sono da ritenersi puramente indicative. E' bene informarsi sempre sulle effettive condizioni dell'itinerario e sulle condizioni meteo previste per il giorno dell'escursione. Non affrontate mai una escursione senza un adeguato equipaggiamento e una preparazione fisica adatta all'itinerario scelto.

Accertarsi prima di incominciare l'escursione che l'itinerario sia adatto alle proprie capacità tecniche.

Ove presenti, leggete sempre i commenti agli itinerari: possono contenere informazioni utili ed aggiornate sullo stato di percorribilità.
Selezionare degli itinerari è sicuramente una impresa difficile ma delle scelte, decisamente soggettive, le ho dovute fare.

Gli itinerari proposti sono sicuramente itinerari ben conosciuti ai frequentatori abituali delle vallate Cuneesi. Il criterio principale nella scelta è stato prevalentemente l'aspetto paesaggistico, senza tuttavia trascurare itinerari tipici per il loro interesse naturalistico, storico o architettonico.

In molti di essi infatti, oltre alla descrizione del percorso, sono presenti inserti di botanica, zoologia, geologia, storia, architettura, in modo che l'escursionista possa approfondire un minimo le tematiche principali inerenti l'itinerario che sta percorrendo. Durante la navigazione del sito, potete far riferimento alla pagina di aiuto per provare a trovare una risposta alle domande che dovessero sorgervi.

Individuazione degli itinerari
In queste pagine, gli itinerari sono individuati da una coppia di numeri; il primo indica la valle, il secondo è progressivo all'interno della valle (quest'ultimo nulla ha a che fare con l'ubicazione geografica dell'itinerario ma serve solo ad individuarlo in maniera rapida e univoca).

All'interno di ogni valle, gli itinerari sono elencati in base al luogo di partenza, approssimativamente partendo dalla basse valle a salire, ma possono essere riordinati secondo molti criteri.

Per chi non fosse troppo pratico della provincia, la cartina stradale allegata, sebbene assai schematica, può agevolare la localizzazione delle valli e dei luoghi di partenza degli itinerari.
Tipi di itinerari.
I percorsi proposti rientrano in tre possibili tipologie di itinerari, come evidenziato da appositi simboli [?] a fianco della tabella riepilogativa :
· le traversate, in cui origine e destinazione non coincidono;
· gli anelli, in cui si parte e si arriva nello stesso luogo senza mai, o quasi, tornare sui propri passi;
· gli itinerari classici, nei quali si raggiunge una meta e si ritorna al punto di partenza seguendo il percorso di salita.
Da notare che molti itinerari condividono il luogo di partenza o di arrivo per consentire, con un pizzico di fantasia, di creare escursioni di più giorni semplicemnte concatendando i vari percorsi.
Dislivelli
Per le traversate e gli anelli viene indicato il dislivello per raggiungere le mete intermedie e finali del intero percorso; sono esclusi quindi i dislivelli per l'eventuale andata e ritorno. In qualche caso, per le prime mete intermedie, sono riportati anche i dislivelli A/R, nel caso queste possano rappresentare una valida meta per una escursione più breve.
Per gli itinerari classici è indicato il dislivello dalla partenza alle mete intermedie e finale, sia per la sola andata che per il percorso di andata e ritorno.

Tempi di percorrenza.
Assodato che i tempi di percorrenza sono estremamente soggettivi, quelli indicati nei vari itinerari sono un pò meno striminziti di quelli che si trovano abitualmente sulle guide o sulle paline segnaletiche; d'altra parte è probabile che buona parte di coloro che utilizzeranno le informazioni qui riportate non siano assidui frequentatori della montagna...

Per il resto, per i tempi di percorrenza vale quanto riportato per i dislivelli: per traversate e anelli viene indicato il tempo necessario a raggiungere le mete intermedie e finali del intero percorso, per gli itinerari classici è indicato il tempo dalla partenza alle mete intermedie e finale, sia per la sola andata che per il percorso di andata e ritorno

Scala delle difficoltà.
La quasi totalità degli itinerari proposti sono adatti ad escursionisti medi, classificabili come E nella scala delle difficoltà proposta dal CAI [?].

In qualche raro caso alcuni sentieri molto semplici sono stati classificati T, mentre alcuni altri sono stati classificati EE, sempre in riferimento alla scala del CAI. Anche in questo caso, alcuni percorsi indicati come E su alcune guide, sono stati qui indicati come EE, allo scopo di scoraggiare chi non è troppo esperto di montagna a percorrere certi itinerari.

Impegno dell'escursione.
Per favorire l'individuazione di una escursione adatta alle proprie capacità, a fianco della tabella riepilogativa [?] degli itinerari, sono riportati dei bollini colorati (verde, arancione e rosso) che riassumono l'impegno [?] richiesto per raggiungere la meta finale o una meta intermedia dell'escursione.

Il bollino colorato prova a dare una valutazione sull'escursione tenendo in conto sia il tempo di percorrenza, che il dislivello, che le eventuali difficoltà tecniche.
Percorsi a tappe e anelli di valle
Sono ormai diversi anni che in molte vallate cuneesi sono stati tracciati dei percorsi a tappe da percorrere in più giorni. Essenzialmente consentono di percorrere i due versanti della vallata ove si snodano (I Percorsi Occitani, Lou Viage, La Curnis Auta, La Balconata di Ormea, ...) o di compiere un giro ad anello intorno ad una montagna particolarmente rappresentativa della valle (Giro di Viso, Giro del Marguareis) p di attraversare per la sua lunghezza un tratto di arco alpino (la Via Alpina, la Grande Traversata delle Alpi). E' mia intenzione riportare in questo sito almeno l'elenco delle tappe di questi percorsi. Non è granchè, ma memmeno una cosa trascurabile visto che, per i percorsi di valle meno noti, è abbastanza difficile reperire del materiale. Tempo permettendo, comunque, proverò ad inserire in queste pagine anche la descrizione dettagliata delle tappe.

Sicurezza.
E' forse quasi superfluo ripetere i consigli che si leggono un pò su tutte le guide: scegliete itinerari adatti al vostro allenamento e alla vosta condizione fisica; ricordatevi che siete comunque in montagna, che le condizioni meteo possono cambiare in breve tempo: siate sempre ben equipaggiati, con indumenti antivento ed impermeabili, borraccia, occhiali da sole e, soprattutto, indossate sempre degli scarponcini da trekking. Se siete da soli, cercate di lasciare detto a qualcuno la meta della vostra escursione.

Scorciatoie.
Molti sentieri di montagna sono in più punti "tagliati" da scorciatoie.

Abbandonare i sentieri per accorciare il percorso è una PESSIMA ABITUDINE che ha parecchie conseguenze:
- innanzitutto le scorciatoie danneggiano il territorio agevolando l'erosione causata dalle acque meteoriche. Sono ripide, spesso rettilinee e tagliano quasi perpendicolarmente il tracciato dei sentieri: l'acqua le scava molto più facilmente e, nei casi peggiori, causa piccole frane e smottamenti che danneggiano tratti del sentiero principale nei punti in cui incrocia la scorciatoia.
I sentieri devono poi essere ripristinati (se e quando ciò accade) con aggravio di costi per tutti.
- quando diventano sufficientemente evidenti, le scorciatoie vengono utilizzate in vece dell'itinerario principale, causando negli anni la trasformazione di comodi sentieri a tornanti in faticosissime salite assai ripide che seguono quasi la linea di massima pendenza del versante. Se chi ha tracciato il sentiero ha in origine inserito dei tornanti lo ha fatto per mantenere le pendenze moderate e costanti, riducendo lo sforzo necessario alla salita.
- le scorciatoie, quando non si capisce che sono tali, possono causare dubbi sul percorso da seguire e confondere gli escursionisti. Non tutti siamo esperti frequentatori della montagna: c'è chi percorre i sentieri solo occasionalmente e rischia di imboccare una scorciatoia difficile al posto del più facile sentiero principale.
Morale: corriamo già tutta la settimana; quando ci concediamo una giornata in montagna godiamoci il paesaggio anziché far di tutto per arrivare alla meta o alla macchina con qualche minuto di anticipo. Evitiamo le scorciatoie!
Soccorso alpino.
In Piemonte è attivo un unico numero telefonico per la chiamata del Soccorso Alpino, il 118. Siccome gestisce anche le normali emergenze sanitarie, nel malaugurato caso in cui dobbiate farvi ricorso, specificate che state richiedendo un intervento di soccorso in montagna. Prima di chiamare, individuate meglio che potete la vostra posizione; cercate di capire il numero degli infortunati e, nei limiti del possibile, la gravità delle loro condizioni.

Nel caso non sia possibile comunicare con il telefono, esistono segnali internazionali di soccorso in montagna, invero non molto conosciuti: la chiamata di soccorso prevede l'invio di 6 segnali ottici o acustici in un minuto (uno ogni 10 secondi), intervallati da un minuto di pausa; la risposta prevede tre segnali al minuto (uno ogni 20 secondi) intervallati sempre da un minuto di pausa.

Nel caso che venga utilizzato l'elicottero per il soccorso, sappiate descrivere le condizioni meteo locali ed individuate un area per l'atterraggio lontana da cavi sospesi, ben visibile dall'alto, ampia (non devono esserci ostacoli alti come alberi o pali in un raggio di 100m), possibilmente sopraelevata e con fondo solido. Posizionatevi nel luogo prescelto per l'atterraggio, con il vento alle spalle e le due braccia alzate verso il cielo per indicare la necessità di soccorso. Se avrete scelto un luogo adatto, l'elicottero vi atterrerà davanti. Ricordate che il solo braccio sinistro alzato indica invece che non serve soccorso. WayPoint: ok, confesso che non ne ho mai sentito parlare né ho mail letto nulla al riguardo. Tuttavia, in Valle Stura mi sono imbattuto per la prima (e per ora unica) volta in alcune targhette affisse lungo il sentiero (vedi foto sotto). Immagino che lo scopo sia quello di fornire un riferimento preciso sulla propria posizione nel caso si debba ricorrere all'elisoccorso o al Soccorso Alpino in genere. Sono comunque gradite ulteriori informazioni in merito: se ne avete, scrivetemi.
Le sigle dei sentieri e i segnavia sul terreno.
Nella descrizione degli itinerari è spesso riportata una sigla che identifica il sentiero che si sta percorrendo. La sigla è composta da una lettera e da un numero, ad esempio 'segnavia P5'. La lettera individua un versante di una delle vallate della Provincia, il numero è un numero progressivo che individua il sentiero. La sigla P5 indica il sentiero numero 5 sul versante destro orografico della Valle Stura, indviduato dalla lettera P.

Queste sigle fanno riferimento al "Catasto provinciale dei Sentieri" della Provincia di Cuneo. Esse sono utilizzate in Provincia da parecchie decine di anni, anche se diverse carte e guide talvolta le ignorano o non le menzionano nemmeno.

Di recente, la Provincia si sta adoperando per fare uscire dall'oblio le denominazioni adottate nel catasto, sebbene in questi anni anni i molti enti ed associazioni presenti sul territorio abbiano spesso adottato metodiche proprie di classificazione dei sentieri.

Sul terreno è dunque possibile incontrare, tra le succitate molteplici alternative, anche le sigle del catasto provinciale. La situazione è molto diversa valle per valle: se nelle vallate monregalesi di fatto le indicazioni inerenti il catasto provinciale sono quasi sconosciute, nelle altre vallate sono sempre più di frequente adottate. La segnalazione dei percorsi sul terreno è invece regolata dal D.G.R. n.46 della Regione Piemonte, del 2 dicembre 2002, fatto proprio anche dalla provincia di Cuneo. Esso prevede:

- una segnaletica orizzontale (per capirci, le tacche di vernice) formata da segnavia bianco-rossi frequenti, intervallati più raramente da un rettangolo rosso-bianco-rosso riportante al centro la sigla del sentiero; ove non fosse possibile la tracciatura con vernice, sono previsti paletti infissi nel terreno riportanti le tacche segnavia o, al limite, ometti in pietra.
- una segnaletica verticale (le paline) realizzata in materiali resistenti alle intemperie, sempre con evidenti riferimenti bianco-rossi, ed uniforme per colorazione e dimensioni in tutta la regione (vedi figura sotto).
Tra la teoria e la pratica, come nel caso delle sigle dei sentieri, c'è una certa differenza e la speranza di vedere una segnaletica uniforme in tutta la Provincia è ancora lontana. Oltre alle tacche bianco-rosse ufficiali, sul terreno si trovano tacche arancioni, rosse e, più sporadicamente, blu o gialle, provenienti da tracciature dei percorsi precedenti l'adozione della nuova normativa.

A complicare le cose ci si mettono poi i percorsi a tappe, sorti in gran numero negli utlimi anni. La "Grande Traversata delle Alpi" (GTA, percorso a tappe lungo le Alpi piemontesi), ad esempio, aveva adottato come tacche segnavia proprio le tacche bianco-rosse ora da utilizzarsi per tutti i sentieri. "I Percorsi Occitani" ed il "Sentiero Roberto Cavallero" in Val Maira utilizzano rispettivamente tacche gialle e rosso-blu, e via discorrendo.

Il risultato di tutto quanto elencato è che spesso su un singolo masso liscio si trovano le tacche bianco-rosse (nuova normativa), affiancate da una vecchia tacca arancione (vecchie tracciature) e da una tacca giallo-verde (ad indicare che si sta percorrendo un sentiero specifico, magari a tappe).

Per quanto riguarda la segnaletica verticale, invece, la situazione si presenta abbastanza a macchia di leopardo: a seconda della vallata si possono trovare le nuove paline segnaletiche bianco-rosse, le vecchie paline in legno, o paline che i botanici definirebbero un 'endemismo ristretto' (ovvero che trovate solo in un posto e basta!). Ancora una volta bisogna riconoscere che le vallate a nord della provincia sono quelle che più rapidamente si sono adeguate alla nuova normativa. In questa babele di convenzioni, questo sito utilizza un nuovo ulteriore sistema per classificare i sentieri, formato da una coppia di numeri. Vi chiederete perchè? La risposta è semplice: in primo luogo la metodologia utilizzata dal catasto provinciale (lettera e numero) è indubbiamente valida, ma penso sia meno orientata "all'escursione". Mi spiego: per una escursione di un giorno spesso si percorre solo parte di un sentiero accatastato, o se ne utilizzano diversi 'concatenandoli'. Ho ritenuto dunque più pratico già organizzare gli itinerari 'tarati' sulle esigenze di una escursione, con un rifugio, un lago, una cima come meta, e fornendo in un'unica scheda tempi di percorrenza, disivelli, e quant'altro necessario.

In secondo luogo, sentieri e itinerari sono meno 'immutabili' di quello che si pensa: vi sono sentieri che spariscono e altri che compaiono dal nulla o ricompaiono dopo decenni di oblio. Molti di questi nuovi sentieri non rientrano ancora nel catasto provinciale, ed in questo sito era comunque necessario utilizzare delle sigle che individuassero in modo univoco un itinerario.
Ma attenzione: la convenzione utilizzata in queste pagine non la troverete in nessun'altra guida ne tantomeno sul terreno!

Con i cani nei Parchi Naturali.
Viste le numerose richieste, mi addentro in un terreno legislativo nel quale non mi trovo troppo a mio agio. Nei tre principali parchi della provincia (che insistono sull'arco alpino) sussistono differenti normative circa l'introduzione di cani al seguito degli escursionisti. Riporto di seguito la situazione di cui sono a conoscenza, aggiornata a fine 2007. Tenete presente che le normative cambiano in fretta ed è quindi consigliabile una verifica con gli enti preposti.

Ultima considerazione: sostanzialmente tutti i parchi dispongono di norme per la tutela della fauna selvatica. Pertanto, anche in assenza di norme specifiche, è vivamente raccomandato di introdurre sempre i cani al guinzaglio, onde evitare di incappare in altre sanzioni nel caso il vostro amico a quattro zampe decida di lanciarsi all'inseguimento di una marmotta...

Parco Naturale delle Alpi Marittime: si considera ancora in vigore la Legge Regionale 30 marzo 1987, n. 16 ("Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale dell'Argentera"), questo nonostante la legge si riferisca al vecchio Parco dell'Argentera poi ampliatosi e diventato Parco delle Alpi Marittime nel 1995. In base all'art. 12 della succitata legge, "l'introduzione di cani di qualsiasi razza, anche al guinzaglio, e' vietata: sono esclusi dalla norma di cui al presente comma i centri abitati, le strade comunali e provinciali e le aree individuate e segnalate appositamente dall'Ente Parco. Lungo le strade comunali e provinciali e nelle aree individuate e segnalate appositamente dall'Ente Parco, i cani devono comunque essere tenuti al guinzaglio. [...]".

Le aree individuate e segnalate, a fine 2007, mi risultano essere le strade ex-militari:
· Terme di Valdieri - Piano superiore del Valasco
· Terme di Valdieri - Pian della Casa del Re
· San Giacomo di Entracque - Gias sott. del Vej del Bouc (Prà del Rasur)
A queste vanno aggiunte le strade:
· Lago della Rovina - Rifugio Genova
· San Giacomo di Entracque - Rifugio Soria-Ellena
· Ponte di Porcera - Gias Valera
che sono state equiparate a strade comunali e quindi su di esse non è necessaria la presenza di apposita segnaletica installata dal Parco.

Ulteriore complicazione: sempre la succitata legge, relativa al Parco dell'Argentera, non copre per intero l'attuale territorio del Parco delle Alpi Marittime. Ne consegue che la legge non dovrebbe applicarsi (ma poi così non è nella realtà) al versante destro orografico dei Valloni del Bousset e del Sabbione, né alla parte di territorio del Parco che si estende in Val Vermenagna (la ex-Riserva Naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfrè), dove non dovrebbero esistere vincoli per l'introduzione di cani (ma non correrei il rischio di verificarlo di persona...).

Riassunto: per tranquillità, cani al guinzaglio solo dove apposita segnaletica del Parco lo consente.

Foglio informativo del Parco sull'introduzione dei cani (JPEG, 159 Kb) Parco Naturale del Marguareis, già Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro: qui è in vigore la Legge Regionale 4 settembre 1996, n. 63 ("Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale Alta Valle Pesio e Tanaro"). L'art. 18 di questa legge sancisce che "l'introduzione di cani è vietata. Nelle aree attrezzate ovvero in appositi recinti e lungo i sentieri individuati e appositamente segnalati dall'Ente di gestione è consentita l'introduzione di cani purché tenuti al guinzaglio. [...]".
Al momento, non mi sono noti itinerari espressamente consentiti ai cani.
Tuttavia, un opuscolo dal titolo "Sentieri nel Parco" pubblicato proprio dal Parco, affronta esplicitamente la questione cani sostenendo che "l'introduzione dei cani è consentita purché tenuti al guinzaglio".

Riassunto: in teoria cani vietati, in pratica dovrebbero essere consentiti (o "tollerati"?) purchè a guinzaglio (ma verificate...); per non incappare in rischi, restate sui sentieri. Parco Naturale del Po, tratto cuneese: in mancanza di legge per l'utilizzo e la fruizione, non esistono vincoli.

Riassunto: cani dove volete; per non incappare in rischi, a guinzaglio.

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Alpi cuneesi: Valle Pesio il più meridionale dei tre principali Parchi Naturali Regionali.

Il più meridionale dei tre principali Parchi Naturali Regionali che si trovano in Provincia di Cuneo si estende in Alta Valle Pesio e in Alta Valle Tanaro.

Istituito nel 1978 e più recentemente ampliato, copre oggi un'area di circa 6800 ettari.

Alla testata della valle si trova la vetta più alta delle Alpi Liguri, Punta Marguareis (m. 2651), nell'omonimo massiccio montuoso.

 Il massiccio del Marguareis, formato da rocce calcaree, presenta una imponente parete Nord, che si eleva quasi verticale per diverse centinaia di metri.

La natura calcarea della roccia ha dato luogo a spettacolari fenomeni carsici: nel parco e nei territori limitrofi sono presenti più di 400 grotte e numerosi sistemi idrologici ipogei con spettacolari risorgenze sia in Val Pesio (la cascata del Pis del Pesio) che in Val Tanaro.


Itinerari da Colle del Mortè (Comune di Chiusa di Pesio)
Itinerario 07.08 07.08 Colle del Mortè (708 m) - Cappella dell'Olocco (988 m) - Tetti Fuggin (916 m) - Tetti Mauri (862 m) - Tetti Baudinet (1065 m) - Cappella dell'Olocco (988 m) - Colle del Mortè (708 m)
Dopo un lungo percorso sulla displuviale tra le Valli Ellero e Pesio, questo itinerario compie un ampio anello attraverso numerose borgate e cascine, ancora utilizzate nel periodo estivo per lo svolgimento delle tradizionali attività agro-paatorali.
Dislivello in salita: +483/-126 m; Dislivello totale: +625/-625 m;
Tempo di salita: 3:15 ore; Tempo totale: 5:15 ore; Distanza: 16510 m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Autunno 2010; Commenti: 0;
Approfondimenti: -

Itinerari da Certosa di Pesio (Comune di Chiusa di Pesio)
Itinerario 07.09 07.09 Certosa di Pesio (843 m) - Cascina San Giuseppe (863 m) - Cascina San Paolo (1035 m) - Cascina San Michele (1125 m) - Certosa di Pesio (843 m)
Breve e rilassante passeggiata che tocca alcune cascine, la cui costruzione è legata agli antichi fasti della Certosa, quando i monaci promuovevano, tra le altre attività, agricoltura e pastorizia. L’itinerario, tranne un breve tratto su sentiero, si svolge su comode carrarecce sterrate seguendo un percorso ad “8”; adattissimo alle mezze stagioni, tocca luoghi ameni come l’ampio colletto prativo sede della Cascina San Michele. Avendo l’accortezza di procedere in silenzio, non è raro l’incontro con qualche capriolo, animale simbolo del Parco Naturale del Marguareis.
Dislivello in salita: +312/-30 m; Dislivello totale: +312/-312 m;
Tempo di salita: 1:15 ore; Tempo totale: 1:50 ore; Distanza: 5429 m;
Difficoltà: T/E; Aggiornamento: Primavera 2013; Commenti: 2;
Approfondimenti: La gestione delle risorse naturali ai tempi della Certosa.
Itinerario 07.01 07.01 Sentiero Naturalistico attrezzato: Certosa di Pesio (859 m) - Pian delle Gorre (1030 m)
Una rilassante passeggiata alla scoperta della natura della Valle Pesio: un sentiero autoguidato, illustrato da numerosi pannelli, conduce dalla Certosa di Santa Maria fino a Pian delle Gorre, amena radura attrezzata con area pic-nic.
Una breve deviazione consente poi di raggiungere l'osservatorio faunistico delle Canavere, ampio recinto nel quale sono ospitati alcuni esemplari di cervi e caprioli.
Dislivello in salita: +220/-33 m; Dislivello totale: +253/-253 m;
Tempo di salita: 1:30 ore; Tempo totale: 2:45 ore; Distanza: 4826 m;
Difficoltà: T/E; Aggiornamento: Primavera 2013; Commenti: 1;
Approfondimenti: La Certosa di Santa Maria. La reintroduzione del Capriolo. Il Capriolo.

Itinerari da Pian delle Gorre (Comune di Chiusa di Pesio)
Itinerario 07.02 07.02 Pian delle Gorre (1030 m) - Pian del Creus (1296 m) - Rifugio Villa Soche (1293 m) - Gias sottano di Sestrera (1331 m) - Pian delle Gorre (1030 m)
Un anello poco frequentato nel tratto che collega il Rifugio Villa Soche al Gias sottano di Sestrera, ma che consente di immergersi nella vera natura del Parco della Valle Pesio: distese di abeti bianchi, ora in purezza ora miste a faggi, frequentate da branchi di schivi caprioli che si paleseranno solo a chi saprà percorrere in punta di piedi questo bel sentiero.
Dislivello in salita: +335/-34 m; Dislivello totale: +335m/-335 m;
Tempo di salita: 1:05 ore; Tempo totale: 2:00 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Primavera 2007; Commenti: 0;
Approfondimenti: L'Abete bianco.
Itinerario 07.03 07.03 Pian delle Gorre (1030 m) - Gias Fontana (1218 m) - Pis del Pesio (1426 m) - Gias degli Arpi (1435 m) - [Cascata del Saut (1200 m)] - Pian delle Gorre (1030 m)
Una delle mete più note all'interno del parco, il Pis del Pesio è una spettacolare cascata dove l'acqua sgorga direttamente da una verticale parete rocciosa e compie un salto di oltre 20 metri. Il fenomeno è però tanto affascinante quanto effimero: si manifesta solo per alcune settimane l'anno, in primavera, quando l'abbondanza di acque dovuta al disgelo riempe le cavità ipogee fino a farle traboccare dal sifone terminale del Pis.
Dislivello in salita: +456/-70 m; Dislivello totale: +551/-551 m;
Tempo di salita: 2:00 ore; Tempo totale: 3:45 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Primavera 2007; Commenti: 0;
Approfondimenti: Il sistema carsico della Conca delle Carsene. La strada ex-militare 194.
Itinerario 07.04 07.04 Pian delle Gorre (1030 m) - Gias sottano di Sestrera (1331 m) - Gias soprano del Marguareis (1730 m) - Laghetto del Marguareis (1923 m) - Rifugio Garelli (1965 m) - Gias soprano di Sestrera (1842 m) - Gias sottano di Sestrera (1331 m) - Pian delle Gorre (1030 m)
Sicuramente uno dei più interessanti itinerari all'interno del Parco, in ambienti estremamente vari: dalle abetine di inizio percorso, alle impressionanti pareti calcaree del Massiccio del Marguareis, per finire con gli arrotondati declivi pascolivi del Gias soprano di Sestrera. In senso inverso, questo itinerario descrive la via di accesso classica al Rifugio Garelli.
Dislivello in salita: +960/-25 m; Dislivello totale: +960/-960 m;
Tempo di salita: 3:00 ore; Tempo totale: 4:50 ore; Distanza: 13140 m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Estate 2011; Commenti: 1;
Approfondimenti: La stazione botanica Danilo Re. La stazione botanica Burnat - Bicknell.
Itinerario 07.05 07.05 Pian delle Gorre (1030 m) - [Cascata del Saut (1200 m)] - Gias degli Arpi (1435 m) - Colle del Prel soprano (1925 m) - Passo del Duca (1989 m) - Gias sottano del Marguareis (1519 m) - Gias sottano di Sestrera (1331 m) - Pian delle Gorre (1030 m)
Questo itinerario si snoda lungo la "strada dell'invasione", vecchia rotabile militare forse costruita per aprire una via di invasione verso la Francia. I tratti già costruiti della strada consentono di raggiungere renza eccessivo sforzo la panoramica sella prativa del Colle del Prel ed il Passo del Duca, noto per un avvenimento legato alla lotta partigiana.
Dislivello in salita: +979/-0 m; Dislivello totale: +979/-979 m;
Tempo di salita: 3:20 ore; Tempo totale: 5:40 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Primavera 2007; Commenti: 0;
Approfondimenti: La strada ex-militare 194. La battaglia di Pasqua del 1944.
Itinerario 07.06 07.06 Pian delle Gorre (1030 m) - Gias Fontana (1218 m) - Passo del Baban (1680 m) - Gias dell'Ortica (1836 m) - Passo del Duca (1989 m)
Via d'accesso alla Conca delle Càrsene, questo itinerario abbastanza faticoso attraversa zono poco battute dal turismo ed offre begli scenari soprattutto nella zona tra il Passo del Baban e il Passo del Duca. Dal Passo del Duca è possibile il rientro per il Vallone del Marguareis.
Dislivello in salita: +1009/-50 m; Dislivello totale: +1059/-1059 m;
Tempo di salita: 4:15 ore; Tempo totale: 7:00 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Estate 2005; Commenti: 0;
Approfondimenti: La strada ex-militare 194. La battaglia di Pasqua del 1944.
Itinerario 07.07 07.07 Pian delle Gorre (1030 m) - Pian del Creus (1296 m) - Gias Madonna (1653 m) - Gias della Costa (1698 m) - Gias soprano di Sestrera (1842 m) - Rifugio Garelli (1965 m)
Traversata dal Vallone di Serpentera al Vallone di Sestrera, molto varia ed interessante, che tocca numerosi Gias. Notevoli i paesaggi e i panorami, incluso quello sulla parete Nord del Marguareis, che si alternano lungo il cammino.
Dislivello in salita: +995/-60 m; Dislivello totale: +1055/-1055 m;
Tempo di salita: 3:30 ore; Tempo totale: 6:00 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Autunno 2006; Commenti: 3;
Approfondimenti: -
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Alpi cunessi: Valle Po il primo traforo alpino della storia.

Basterebbe l'imponente mole del Monviso per giustificare una escursione in Valle Po.

Non vi è itinerario sul quale il Monviso non domini e non a caso il "Giro del Viso" è uno dei trekking più conosciuti e percorsi.

I rifugi in zona sono sempre molto affollati, ma nonostante questo almeno la salita al rifugio Sella o al rifugio Giacoletti sono itinerari da percorrere.

L'area attorno al Monviso è parte del Parco Naturale del Po, tratto cuneese.


Itinerari da Rocchetta (Comune di Sanfront)
Itinerario 17.07 17.07 Rocchetta (549 m) - Case Forano (657 m) - Roca d'la Casna (835 m) - Balma Boves (660 m) - Case Forano (657 m) - Rocchetta (549 m)
Un breve itinerario per un viaggio nel passato. Dalle incisioni rupestri, verosimilmente risalenti all'età del rame e del bronzo di Roca d'la Casna, al magnifico insediamento di Balma Boves, ottimamente recuperato, che testimonia la vita in montagna nel secolo scorso e l'ingegno dell'uomo nel costruire una intera borgata al riparo di un enorme sporgenza rocciosa.
Dislivello in salita: +325/-8 m; Dislivello totale: +352/-352 m;
Tempo di salita: 1:15 ore; Tempo totale: 2:15 ore; Distanza: 5565 m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Primavera 2013; Commenti: 0;
Approfondimenti: Roca d'la Casna. Balma Boves.

Itinerari da Oncino
Itinerario 17.01 17.01 Oncino, loc. Meire Dacant (1545 m) - Rifugio Alpetto (2269 m) - Lago di Alpetto (2238 m)
Un po' fuori dai percorsi turistici e dal Giro di Viso, il Rifugio Alpetto costituisce comunque un'ottima meta per una escursione. Il vicino Lago di Alpetto, con il Monviso che incombe, è il luogo ideale per il meritato riposo dopo la salita.
Dislivello in salita: +724/-31 m; Dislivello totale: +755/-755 m;
Tempo di salita: 2:20 ore; Tempo totale: 4:00 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Estate 2003; Commenti: 1;
Approfondimenti: Il Ricovero dell'Alpetto.
Itinerario 17.06 17.06 Rifugio Alpetto (2269 m) - Passo Gallarino (2727 m) - Lago Gallarino (2621 m) - Passo Gallarino (2727 m) - Lago Grande di Viso (2590 m) - Rifugio Sella (2640 m) - Laghi della Pellegrina (2545 m) - Rifugio Alpetto (2269 m)
Itinerario insolito, con base al Rifugio Alpetto, alla scoperta del Monviso: le sue valli detritiche, i suoi laghi e il Rifugio Sella, intitolato al primo alpinista italiano a raggiungerne la vetta.
Dislivello in salita: +614/-243 m; Dislivello totale: +614/-614 m;
Tempo di salita: 3:35 ore; Tempo totale: 4:45 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Estate 2003; Commenti: 0;
Approfondimenti: -

Itinerari da Pian Melzè (Comune di Crissolo)
Itinerario 17.02 17.02 Pian Melzè (1715 m) - Pian della Regina (1745 m) - Pian Fiorenza (1857 m) - Pian del Re (2013 m) - Sorgenti del Po (2020 m)
Una breve passeggiata, ma su un sentiero bello e piacevolissimo, che collega Pian Melzè a Pian del Re e alle sorgenti del Po.
Dislivello in salita: +325/-30 m; Dislivello totale: +355/-355 m;
Tempo di salita: 0:55 ore; Tempo totale: 1:35 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Primavera 2005; Commenti: 1;
Approfondimenti: Gli edifici ex-militari di Pian del Re. Pian del Re.

Itinerari da Pian del Re (Comune di Crissolo)
Itinerario 17.03 17.03 Pian del Re (2013 m) - Lago Fiorenza (2113 m) - [Lago Chiaretto (2261 m)] - Colle dei Viso (2590 m) - Rifugio Sella (2640 m) - [Lago Grande di Viso (2590 m)]
Forse il sentiero più frequentato della Valle Po, per la via di accesso più agevole al Rifugio Quintino Sella. La sequenza di bellissimi laghi toccati, nei quali si specchia volentieri il Monviso, rendono questo itinerario particolarmente attraente. Chi dorme in rifugio non può perdersi lo spettacolo del sole che sorge all'alba.
Dislivello in salita: +670/-49 m; Dislivello totale: +719/-719 m;
Tempo di salita: 2:45 ore; Tempo totale: 4:55 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E; Aggiornamento: Estate 2010; Commenti: 8;
Approfondimenti: Gli edifici ex-militari di Pian del Re. Il Lago Chiaretto. Le "pietre verdi". Il Monviso. Il Rifugio Quintino Sella.
Itinerario 17.04 17.04 Pian del Re (2013 m) - Lago Superiore (2313 m) - Lago Lausetto (2332 m) - Rifugio Giacoletti (2741 m) - Pian del Re (2013 m)
La salita segue il classico percorso di accesso al Rifugio Giacoletti, raggiunto dopo aver toccato incantevoli laghi di origine glaciale. I più esperti potranno scendere per una via decisamente meno frequentata e più impegnativa, seguendo un lungo ed ampio canale roccioso che permette di chiudere un intrigante percorso ad anello.
Dislivello in salita: +728/-0 m; Dislivello totale: +728/-728 m;
Tempo di salita: 2:45 ore; Tempo totale: 5:00 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E/EE; Aggiornamento: Estate 2004; Commenti: 2;
Approfondimenti: Gli edifici ex-militari di Pian del Re.
Itinerario 17.05 17.05 Pian del Re (2013 m) - Galleria delle Traversette (2882 m) - Colle delle Traversette (2950 m)
E' stato il primo traforo alpino della storia, terminato nel 1480, costruito con lo scopo di agevolare i commerci tra Grenoble e Saluzzo e per evitare l'attraversamento del Colle delle Traversette, causa di tante disgrazie dovute al terreno esposto e scivoloso. Questo itinerario, che ripercorre le orme degli antichi carovanieri, consente anche di attraversare il "Buco di Viso" - così viene chiamato il traforo - quando la neve e le frane, specie sul versante francese, non ne ostruiscono gli ingressi.
Dislivello in salita: +947/-10 m; Dislivello totale: +957/-957 m;
Tempo di salita: 3:15 ore; Tempo totale: 5:30 ore; Distanza: - m;
Difficoltà: E/EE; Aggiornamento: Autunno 2006; Commenti: 0;
Approfondimenti: Gli edifici ex-militari di Pian del Re. La strada ex-militare "Crissolo - Colle delle Traversette". L'Opera 220 del Vallo Alpino. La Galleria delle Traversette. La discesa di Annibale in Italia. L'ermellino.
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Nei meandri di incavi e gallerie si trova la grotta di Santa Ninfa.

Alte e bianche rocce segnate da scanalature perpendicolari emergono tra il verde della valle adornata con le consuete culture di questo angolo di Sicilia: sono i karren, solchi modellati dalla lenta azione della pioggia.

E poi ancora un paesaggio carsico e gessoso, irregolare e scolpito dal tempo, fatto di doline e valli cieche: è la zona di preriserva, estesa per circa 150 ettari, che si diffonde intorno al torrente Biviere, quel piccolo corso d’acqua che parte dalla cima dell’altopiano, a 663 metri sopra il livello del mare, e che scende a valle per scomparire poi all’improvviso nel nulla, lasciando a noi solo la possibilità di seguirlo, se vogliamo, dove non arriva più il sole, nei meandri di incavi e gallerie della grotta di Santa Ninfa.
grotta di santa ninfa5
Quest’ultima rappresenta l’area di riserva vera a propria: una cavità estesa orizzontalmente per circa 1400 m e divisa fra una zona superiore, ormai asciutta, e una inferiore dove l’acqua fa ancora da padrona. Come abili e pazienti intagliatori, il tempo e la natura hanno seguito il loro corso e hanno saputo disegnare splendide incrostazioni minerali dai molteplici colori. I saloni e le pareti della grotta esibiscono orgogliosamente cortine, stalattiti, infiorescenze minerali dalle forme che si allungano eleganti e quelle che vengono chiamate “perle di grotta”, piccole sfere di calcite rare e bellissime. Sospese nel limbo, le gocce d’acqua sono lì immobili, fissate per sempre in quell’attimo di indecisione fra la possibilità di disperdersi anonime al suolo o di trasformarsi in immortali sculture.
grotta di santa ninfa4
La riserva ricade nei comuni di Santa Ninfa e Gibellina ed è costituita da un altopiano di natura gessosa che si caratterizza per la presenza di numerose cavità sotterranee, tra cui la grotta di Santa Ninfa spicca per l’elevato interesse speleologico e geomorfologico. Il Monte Finestrelle, alle cui pendici nasce il Biviere, ospita una necropoli paleocristiana, risalente al tempo in cui nella zona abitavano gli Elimi. Sul versante meridionale si aprono una serie di tombe scavate nella roccia che hanno appunto la forma di tante “finestrelle”.
grotta di santa ninfa7
Le visite - Potete visitare la riserva tutto l’anno, in qualsiasi giorno vogliate. Legambiente organizza gratuitamente, previa prenotazione, visite guidate attraverso tutto il territorio della riserva. Ai confini della riserva, troverete anche il Museo agroforestale che celebra l’antica cultura contadina e il Bosco delle Finestrelle, l’area attrezzata per il vostro svago.
Grotta di Santa Ninfa.map
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lunedì 24 febbraio 2014

Percorsi ciclabili: Il giro d’Italia tra arte e natura.

Girare l’Italia in bicicletta è un’esperienza meravigliosa che consente di entrare in contatto con il cuore pulsante di questo magnifico paese, fatto di panorami emozionanti e realtà coinvolgenti.

La straordinaria ricchezza geografica del Bel Paese, spazia tra paesaggi montani di incredibile bellezza e di grande interesse geologico, un arco appenninico che attraversa l’intero territorio nazionale, dove hanno trovato il loro habitat naturale specie animali rare e in via d’estinzione.

Un mare bellissimo attornia l’Italia in un abbraccio azzurro, una costa magnifica, cesellata tra insenature suggestive e lunghe spiagge dorate che offrono magnifici lungomare da percorrere sulle due ruote godendosi scorci di pura bellezza.



Incontrerete una natura rigogliosa, lussureggiante e cangiante che saprà stupirvi tra incantevoli boschi, affascinanti laghi, e poi cascate, fiumi, grotte, lagune, ecosistemi particolari e campagne curate, dove l’equilibrio tra uomo e natura pare pacificato.

Viaggerete tra centinaia di chilometri di strade panoramiche, scegliendo tra irti tornanti o rilassanti strade di pianura, percorsi segnalati dedicati e una straordinaria abbondanza di percorsi tabellari per mountain bikers.

La bicicletta è il mezzo migliore per esplorare una terra che è una vera miniera di tesori artistici e siti storici, culla di cultura, sapori e tradizioni, dove i paesaggi non si ripetono mai, dove ogni sosta vi regalerà una magia e dove assaporerete ogni momento della vostra giornata per una vacanza davvero speciale!
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Percorsi ciclabili in Piemonte: Via Verde Val di Susa.

Punto di partenza: Bussoleno (Piazza del Mercato)
Punto di arrivo
: Bussoleno (Coldimosso)
Grado di difficoltà
: Medio – Facile
Periodo consigliato
: Primavera, Estate, Autunno
Caratteristiche:
Tipologia: Sentiero
Segnaletica: Buona
Acqua sul Percorso: Buona


I comuni coinvolti nell’itinerario sono Bussoleno, Mattie, Susa, Meana, Gravere, Chiomonte e Giaglione. Un percorso che utilizza sentieri già segnalati (Sentiero dei Franchi e Sentiero Balcone).

E’ importante percorrere la 3V da Est verso Ovest, poiché in senso inverso ci sono maggiori difficoltà.

Questo sentiero è contrassegnato da piccoli cartelli in alluminio bianchi con il logo 3V verde e con l’indicazione del senso di marcia.

Inoltre, pur se si tratta di un percorso di Mountain Bike di medie difficoltà, è pur sempre un itinerario accidentato in ambiente di montagna, dunque si suggerisce di percorrerlo in compagnia, in buone condizioni fisiche e con mezzi di protezione di sicurezza.

Il percorso 3V parte da Bussoleno,
nei pressi della piazza del mercato, per proseguire lungo le vigne della regione Arborea, fino a raggiungere Borgata Fornelli. Dopo aver percorso un breve tratto della provinciale verso Mattie, girare a sinistra nei pressi della Borgata Combe.

Dopo un tratto su sentiero la strada si allarga e conduce alla Borgata Vallone – Grandi Tanze di Mattie, fino a raggiungere il capoluogo dove si trova un’area attrezzata.

Lasciare l’abitato di Mattie per raggiungere la Borgata Assiere di Meana.

Dopo un suggestivo percorso immerso tra i castagni si arriva alla strada provinciale del Frais, attraverso il Passo dell’Asino.

Giunti alla Borgata Arnodera nel Comune di Gravere, si continua fino alla Borgata Armona, si passa lungo il sentiero “Sotto la rocca” per poi raggiungere la Borgata Bastia. Scendere nuovamente fino a raggiungere la strada verso il Deveys, da cui si risale per circa 2200 mt. per imboccare la strada che porta a Borgata Bernarda Bassa (1100 mt.) vicino il confine con il comune di Chiomonte.

Raggiungere la strada che porta a Chiomonte e scendere fino al paese, per poi proseguire fino al corso della Dora Riparia e risalire lungo la strada delle vigne che porta alla Maddalena, passare sotto il viadotto autostradale e sraggiungere la Borgata I Mulini nel comune di Giaglione.

Superata la borgata si ripassa sotto l’autostrada, si arriva ad uno spiazzo dove si trova la partenza della Via Ferrata delle Gorge di Giaglione, e si prosegue fino al campo sportivo del comune, per poi scendere verso Susa.

Qui il percorso attraversa la “passeggiata archeologica”, volendo si può anche raggiungere la Pista Ciclabile Valsusa.

Salire verso Bassa Meana dopo aver lasciato Susa, percorrendo la mulattiera “del Pusin”, e raggiungere la frazione Traduerivi di Susa e poi Coldimosso che segna la fine del percorso.

Per raggiungere la piazza del mercato di Bussoleno che è il punto di partenza, si può percorrere la Strada Statale 24 per circa 2 km.

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Percorsi ciclabili in Piemonte: la Via dei Saraceni.

Lunghezza: 32,47 Km
Tempo percorrenza: 6 ore
Località di partenza: Sauze d’Oulx
Dislivello: 1310 metri effettivi
Tipo: asfalto 3,87 Km (12%), sterrato 28,60 Km (88%)
Periodo consigliato: luglio – agosto

Percorrere da Torino l’autostrada per Bardonecchia- Frejus. Subito dopo l’uscita Oulx Ovest, prendere la circonvallazione di Oulx seguendo le indicazioni per Sauze.

Superata una prima galleria si lascia la deviazione per Claviere- Francia, attraversando S. Marco e Jouvenceaux. Segue un bivio, tenere la sinistra (tangenziale est) e, poco dopo, tenere ancora la sinistra sulla strada per Monfol.

Dopo 300 metri si lascia l’auto su uno slargo vicino un impianto di risalita.
La Via dei Saraceni è anche una famosa gara che si svolge ogni anno, a metà luglio con partenza da Sauze d’Oulx.

La parte iniziale presenta una salita lunga e faticosa di quasi 13 Km, che attraversa il Parco Naturale Gran Bosco, fino a raggiungere i 2536 del Monte Genevris.

Proseguire poi in direzione della borgata Monfol, dove termina la strada asfaltata. Superata una fontana realizzata con un tronco scavato di larice, si oltrepassa l’area attrezzata di Serre Blanche e si lascia alle spalle la strada che scende a Salbertrand.

Una volta usciti dal bosco si arriva al colle Blegier, posto sulla strada militare che mette in comunicazione il Colle dell’Assietta con Sestriere. Si risale il Monte Genevris (punto più alto del giro) per poi scendere 4 tornanti fino al colle di Costa Piana ( m 2313). Prima di arrivare al cartello in cemento del colle Bourget (m 2299) prendere la pista sulla destra. Si precisa che la pendenza è molto pronunciata ed il fondo molto sassoso.

Si raggiunge la stazione di arrivo di un impianto di risalita e si procede a sinistra fino a giungere nei pressi del Pian della Rocca. Si continua verso Sportinia, per poi prendere la seconda salita che porta al monte Triplex. Arrivati ad un bivio tenere la destra, lasciando alle spalle il lago Nero. Si incontra la cappella Notre Dame des Broussailles (m 2327) in posizione panoramica. 

Poi si supera una pista che scende verso un tunnel d’acciaio e si svolta a quella seguente, fino al bivio per il bar/ristorante La Marmotta ed il colle Basset. Percorrere 500 metri e poi mantenersi a destra.

Dopo un zigzagare si giunge ad un tunnel d’acciaio che si lascia a sinistra per superare una ripida rampa che termina vicino il gabbiotto della sciovia Chamonier. Da qui parte un largo sentiero che conduce a Malafosse Alta. A destra, passa davanti alla cappella di S. Bernardo, per poi attraversare Tachier.

Si ritorna sull’asfalto per raggiungere la tangenziale ovest di Sauze d’Oulx che si attraversa proseguendo sulla via di fronte. Giungere in via Clotes e seguire la via in discesa. Superata la piazza Assietta, svoltare in via Monfol, per poi proseguire dritto fino a raggiungere la SP214 che si segue in direzione Monfol fino a chiudere l’anello.

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venerdì 21 febbraio 2014

A spasso fra le botteghe artigiane in Val Pusteria: da Brunico a Dobbiaco e San Candido.

A spasso fra le botteghe artigiane in Val Pusteria: da Brunico a Dobbiaco e San Candido.

Fra antiche vetrine. 
 Fra i protagonisti dell'artigianato in Val Pusteria, come in gran parte dell'Alto Adige, figura il legno intagliato dalle abilissime mani degli artigiani.

Si ispirano forse ai folletti o agli gnomi delle foreste? Il dubbio é lecito osservando certe figure che sembrano vive. è certamente consigliabile qualche acquisto, per non aver rimorsi rientrando a casa, nelle grandi città dove i prodotti altoatesini sono esportati a prezzi ben superiori!

Giocattoli in legno, presepi e scacchiere decorate: fanno sognare genitori e bambini ed é quasi impossibile visitare i centri della valle (San Candido, Brunico, Dobbiaco) senza lasciarsi calamitare dalle botteghe artigiane, oppure dai negozi di articoli sportivi forniti di tutto: abbigliamento tradizionale e attrezzature ipertecnologiche.

Uno dei prodotti tipici dell'abbigliamento locale é la "lana cotta", lavorata a una temperatura di 70 gradi: si usa per la produzione di guanti, giacche, ma anche borse e cappelli.

Per la polenta. 
Paioli per la polenta, caraffe, boccali decorati a sbalzo o a cesello: sono alcune tipiche produzioni ricavate dalla lavorazione del peltro, del ferro battuto o del rame.

Lavorazioni che si perdono nella notte dei tempi e che occupano un posto di primo piano nella vetrina dell'artigianato della Val Pusteria, insieme ai celebri pantaloni di cuoio "Lederhosen" (molto robusti, decorati con il disegno di fiori alpini), alle cinture e alle tipiche bretelle dei costumi tirolesi.

A tutto sport. 
 I negozi di articoli sportivi invitano a misurarsi con un esteso ventaglio di opportunità: dall'alpinismo al semplice escursionismo, dai ponti tibetani al nordic walking. Senza dimenticare gli itinerari percorribili in mountain bike, o i percorsi effettuabili a cavallo rivolgendosi presso uno dei tanti maneggi specializzati.

 Idroterapia. 
Cure di idroterapia di Kneipp, bagni sulfurei e massaggi sott'acqua: sono possibili in Val Pusteria grazie all'acqua di Sesto, sorgenti di acqua solfato-calcica ai piedi della Croda Rossa. Tutti gli Itinerari Cerca gli hotels nelle seguenti località dell´itinerario Brunico Dobbiaco San candido Sesto
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All'ombra delle Alpi a un passo dal confine austiaco.

A un passo dal confine austiaco si distende la Val Pusteria con il suo magico silenzio, i prelibati formaggi e i piatti tradizionali.

All'ombra delle Alpi. 
 Le Alpi Orientali sono lo sfondo scenografico dei paesi della Val Pusteria. La zona é una delle più belle e suggestive dell'Alto Adige, anche d'inverno quando punti di eccellenza sono la neve, il silenzio delle piste di fondo e gli impianti di risalita.

Formaggi come gemme preziose.

 Rio di Pusteria è un piccolo borgo all'inizio della Val di Valles. L'allevamento degli animali e la lavorazione del legno sono, da sempre, le principali attività che impegnano la popolazione del luogo. In tavola, per i buongustai, c'è una selezione di formaggi di alta qualità.

Tra questi, due gioielli d'arte casearia: il Pustertaler Bergkäse, dalla tipica crosta rossa e dal gusto aromatico, e il Sextner Almkäse, dal sapore deciso.


Carni tenere e pane di mele. 
 Nel Duecento fu il vescovo Bruno a fondare la città di Brunico. Il castello, la chiesa barocca del Santo Spirito e le tipiche case coronate da timpani merlati accolgono il turista.

Nelle botteghe si acquistano speck e stinco di maiale salmistrato insieme al pane di segale. Nei ristoranti si resta conquistati dai profumi della Gulaschsuppe (una zuppa con carne e paprica), del petto di piccione con salsa di mirtilli rossi, dell'orzo mantecato con sugo di capretto e gallinacci.

Prima di giungere a Brunico, una breve deviazione ad Issengo dove nei negozi è possibile acquistare il pane fatto con le mele e lo strudel.

Mahler in vacanza.

A Dobbiaco l'attrattiva turistica è la casa di Gustav Mahler: il grande compositore trascorreva le sue vacanze in questa graziosa località. Il confine con l'Austria non dista molto e i piatti locali rispettano le ricette della tradizione. A tavola si mangia la carne di maiale con contorno di crauti.
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All'ombra dell'Ortles una delle valli più frequentate dagli alpinisti.

Sia da Solda sia dalla valle dello Stelvio partono spettacolari sentieri da percorrere a piedi verso la zona dei ghiacciai.

Un piccolo museo sull'avventuroso mondo degli scalatori di montagna é stato attrezzato da Reinhold Messner nel vecchio rifugio degli scalatori di Solda (tel. 0473 613015) presso l'hotel della Posta.

Siamo nel Parco Nazionale dello Stelvio (97 km da Bolzano, SS. 38 e 622), in cima a una delle valli più frequentate dagli alpinisti che esplorano i ghiacciai dell'Ortles e del Cevedale. Qui giungono arrampicatori da tutt'Europa per godere di una delle stazione turistiche più alte dell'arco alpino: 1907 metri di quota.

Panoramici sentieri raggiungono l'imponente massiccio dell'Ortles dalle case di Solda, ma anche dalla vicina valle di Trafoi e dal Passo dello Stelvio (2757 m).

Uno dei più spettacolari é certamente quello che in 4 ore di marcia a piedi consente di percorrere la base dell'Ortles e del Gran Zebrù toccando i rifugi Alto del Coston, K2 e Tabaretta: si cammina a quota 2500-2600 m, con possibilità di sfruttare comodi impianti di risalita da Solda fino a quota 2300.
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A piedi per la Valsugana un'oasi verde fatta di boschi e ruscelli.

La vista incantata di questi luoghi, un'oasi verde fatta di boschi e ruscelli. E il profumo dei sostanziosi piatti della cucina di montagna.

Una passeggiata nei boschi della Valsugana é un'esperienza incomparabile come il panorama circostante: i ruscelli, i prati in fiore e le cime delle montagne. La tavola accompagna con i sapori e le ricchezze della tradizione. 

A Borgo Valsugana si gustano i marroni, le fresche verdure dell'orto, i frutti di bosco, lo yogurt. In zona é rinomata la produzione di pancetta affumicata aromatizzata con il ginepro.





Gli avi tedeschi.

Per salire fino a Pergine Valsugana la strada si arrampica tra i laghi di Levico e [Caldonazzo|caldonazzo_tn]. Non molto lontano dalle case del borgo si allarga la Valle dei Mocheni, i cui abitanti discendono dai minatori tedeschi che si stabilirono tra questi monti fin dal Medioevo.

Escursioni e merende.

Lavarone, sulla cima di un altopiano, è proprio il posto giusto per riscoprire il piacere di lunghe camminate nella pace dei boschi. La merenda, dopo un bella escursione, è a base di salsicciotti ai ferri, speck e formaggi delle malghe.

Asini, cavalli e maiali.

A Pergine Valsugana la gastronomia locale ha conservato le ricette tipiche della tradizione. Nei negozi si compra la carne affumicata d'asino, il salame di cavallo con pancetta suina e la lucanica mochena di cavallo (un insaccato fatto con carne equina e suina aromatizzata con pepe e aglio). Tra le portate simbolo che imbandiscono la tavola, i gustosi stinchi di maiale al forno.

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