Rifugio Alpe Corte 1420 m.
Il rifugio Alpe Corte sorge nella bella e solitaria • Telefono: 0346/35090 • Proprietà: CAI Bergamo Valcanale, giustamente definita "un mosaico di • Posti Letto: 24 • Sala da Pranzo: 80 rocce" e si trova al cospetto di una catena • Locale Invernale: No
Secco. dolomitica che va dalla Corna Piana al Monte • Gestore: Alessandro Seghezzi (tel. 035/703178) Costituisce il primo rifugio del percorso del • Apertura:continuato dal 19/6 al 10/9;
festivi e prefestivi dal 20/3 al 17/6
Sentiero delle Orobie Centro Orientali.
e dal 16/9 al 1/11
ACCESSO DA VALCANANLE
Difficoltà: T, Turistico;
Dislivello: 320 m;
Segnavia: 220;
Attrezzatura: Scarponcini.
Questo itinerario segue lo stesso percorso della prima tappa del sentiero delle Orobie Centro Orientali.
Dal paese di Valcanale si può proseguire con l’automezzo, per strada in terra battuta, fino alla frazione Boccardi. Si continua fino ad oltrepassare un albergo che sorge sulla destra; poco dopo la strada attraversa il torrente Acqualina per salire nella zona degli impianti di sci del Vaghetto e dell’Alpe Piazza (un chilometro circa dal paese). Lasciare la macchina sul piazzale prima del ponte: a destra si apre immediatamente una larga mulattiera percorribile jeeppabile (cartello indicatore) che si inoltra nel bosco.
Sempre percorrendo la mulattiera che attraversa la splendida abetaia, dopo 20 minuti si raggiunge la radura di baita Pianscuri (1292 m). Poco dopo, compiuta una curva, si esce dal bosco e si sbuca sul prato dove sorge il rifugio Alpe Corte (1410 m).
orte 1420 m.
Il rifugio Alpe Corte sorge nella bella e solitaria • Telefono: 0346/35090 • Proprietà: CAI Bergamo Valcanale, giustamente definita "un mosaico di • Posti Letto: 24 • Sala da Pranzo: 80 rocce" e si trova al cospetto di una catena • Locale Invernale: No
Secco. dolomitica che va dalla Corna Piana al Monte • Gestore: Alessandro Seghezzi (tel. 035/703178) Costituisce il primo rifugio del percorso del • Apertura:continuato dal 19/6 al 10/9;
festivi e prefestivi dal 20/3 al 17/6
Sentiero delle Orobie Centro Orientali.
e dal 16/9 al 1/11
ACCESSO DA VALCANANLE
Difficoltà: T, Turistico;
Dislivello: 320 m;
Segnavia: 220;
Attrezzatura: Scarponcini.
Questo itinerario segue lo stesso percorso della prima tappa del sentiero delle Orobie Centro Orientali.
Dal paese di Valcanale si può proseguire con l’automezzo, per strada in terra battuta, fino alla frazione Boccardi. Si continua fino ad oltrepassare un albergo che sorge sulla destra; poco dopo la strada attraversa il torrente Acqualina per salire nella zona degli impianti di sci del Vaghetto e dell’Alpe Piazza (un chilometro circa dal paese). Lasciare la macchina sul piazzale prima del ponte: a destra si apre immediatamente una larga mulattiera percorribile jeeppabile (cartello indicatore) che si inoltra nel bosco.
Sempre percorrendo la mulattiera che attraversa la splendida abetaia, dopo 20 minuti si raggiunge la radura di baita Pianscuri (1292 m). Poco dopo, compiuta una curva, si esce dal bosco e si sbuca sul prato dove sorge il rifugio Alpe Corte (1410 m).
IL LAGO BRANCHINO E IL SENTIERO DEI FIORI
Difficoltà: E, per Escursionisti;
Dislivello: 800 m;
Segnavia: 218, 222 e 244;
Attrezzatura: Scarponcini.
Partendo dal rifugio ci si dirige a destra imboccando il sentiero 218. Dopo una minuscola valletta, il sentiero scende sulla sinistra (a destra si lascia quello principale, n. 216, che porta ai laghi Gemelli), attraversa facilmente il torrente Acqualina, tipico corso d’acqua di montagna con massi e cascatelle, e risale la sponda opposta superando la Baita di Corte Bassa e proseguendo a mezza costa in leggera salita. Si attraversa un piccolo corso d’acqua e dopo un boschetto si sbuca su una carrareccia seguendo la quale si sale alla Baita di Neel bassa, ben ristrutturata dalla Provincia di Bergamo.
Si prosegue ora su una traccia di sentiero: raggiunta la Baita di Neel di mezzo e costeggiando l’emissario del lago Branchino, si risale la valle con andamento piuttosto ripido fino a sbucare presso la conca che ospita lago Branchino (1784 m). Il lago, poco profondo, é alimentato dalla fusione delle nevi. Contornando la sponda settentrionale del piccolo bacino, in poco tempo si giunge al soprastante passo Branchino (1821 m). Qui inizia la traccia del sentiero n. 222, seguendo la quale si scende verso destra, si attraversa la testata della Valsecca, si risale con largo giro, si supera la Baita Branchino (nei cui pressi é installata una colonnina di telesoccorso) e si raggiunge il vicino passo di Val Vedra.
Dal valico ci si dirige verso sud a contornare il versante est del Pizzo Arera stando alti sui prati della Val Vedra: dopo una breve salita si raggiunge la Capanna 2000, situata all’alpe del Pian Cansaccio. Questo tratto di percorso (dalla Baita Branchino alla Capanna 2000) fa parte del Sentiero dei Fiori, un interessantissimo itinerario ad anello che avvicina l’escursionista ad alcuni tra i più interessanti siti della zona per presenza di numerosi endemismi tipici delle Orobie. A questo punto è possibile allungare l’escursione affrontando la facile salita che conduce in vetta al pizzo Arera (2512 m., vedi descrizione dell’itinerario alpinistico).
Proseguendo invece lungo il nostro itinerario, dalla Capanna 2000 si seguono le indicazioni (freccia gialla) per il tratto principale del sentiero dei fiori. Scendendo leggermente in direzione NordOvest, si supera il marcato solco della val d’Arera e si raggiunge una zona di pascolo che conduce direttamente al Passo di Gabbia (2050 m). Al di là del valico inizia una ripida discesa alla base dei freddi ghiaioni del Mandrone a sua volta seguita da una evidente traccia attraverso un sassoso pascolo. Dopo una mezz’oretta di cammino si incrocia il sentiero 218 proveniente dal passo di Corna Piana e lo si segue verso Ovest in ripida salita fino alla sovrastante sommità della bocchetta di Corna Piana (2078 m.).
Sempre sul sentiero 218 si divalla sul ripido e non facile ghiaione che fascia la parete settentrionale della Corna Piana e si ritorna velocemente al passo del Branchino. Da qui, attraverso il lago, le baite di Neel e ripercorrendo a ritroso il percorso dell’andata, torna infine al rifugio Alpe Corte.
IL PIZZO ARERA (CRESTA EST)
Difficoltà: F, Alpinistica Facile;
Dislivello: 900 m;
Segnavia: 218 e 266 fino passo di Corna Piana;
Attrezzatura: Scarponi, Casco e Corda.
Partendo dal rifugio ci si dirige a destra imboccando il sentiero 218. Dopo una minuscola valletta, il sentiero scende sulla sinistra (a destra si lascia quello principale, n. 216, che porta ai laghi Gemelli), attraversa facilmente il torrente Acqualina, tipico corso d’acqua di montagna con massi e cascatelle, e risale la sponda opposta superando la Baita di Corte Bassa e proseguendo a mezza costa in leggera salita. Si attraversa un piccolo corso d’acqua e dopo un boschetto si sbuca su una carrareccia che conduce alla Baita di Neel bassa.
Prima di raggiungere la baita, si abbandona il segnavia 218 e si imbocca sulla sinistra il sentiero che conduce alla Baita G.A.N. (segnavia 266). Presso questa costruzione il percorso si biforca nuovamente: a sinistra il n. 266 scende verso la baita di Piazza Bassa, mentre a destra il n. 218 sale alla baita Piazza Alta, all’arrivo della seggiovia superiore degli impianti di risalita. Prendendo quest’ultimo sentiero, si raggiunge dapprima la stazione degli impianti, poi, piegando in direzione Sud-Ovest, si punta al passo della Corna Piana, valico che divide la Corna Piana dal pizzo Arera. Con un’ultima faticosa salita si prosegue lungo la cresta orientale della Corna Piana entrando, nella parte alta, nel circolo detritico a sud della cresta e si tocca il valico. L’opposto versante, chiamato vallone del Mandrone, è molto selvaggio circondato com’è da alte pareti rocciose e interamente ricoperto da ghiaioni di chiaro calcare.
Senza perdere quota, si seguono sulla sinistra (Sud-Est) alcuni vecchi segnavia che attaccano la cresta nord-occidentale del pizzo Arera. Proseguendo in questa direzione si incontra, quando la pendenza si fa più ripida, un primo canalone roccioso: in passato era attrezzato con catene fisse, ora invece deve essere scalato direttamente sino alla sommità (passaggi di I e II). Superato un secondo canalone che nella sua parte superiore si allarga in un circo detritico (prestare moltissima attenzione a non scivolare!), si raggiungono quindi le rocce della cima. Per un diedro di placche detritiche e tra facili rocce si sale infine alla cima dominata da una grande croce in metallo.
N.B. Questo itinerario è vivamente sconsigliato in discesa a causa della friabilità della roccia: molto più raccomandabile è invece servirsi della via normale di salita lungo il versante Sud. Proponiamo tale itinerario descrivendolo in salita partendo dal rifugio Capanna 2000 (il rifugio si raggiunge dall’Alpe Corte percorrendo parte dell’itinerario escursionistico proposto) in modo da rappresentare una valida alternativa per chi non se la sentisse di affrontare l’itinerario lungo la cresta nord-occidentale.
IL PIZZO ARERA (VIA NORMALE)
Difficoltà: EE, per Escursionisti Esperti;
Dislivello: 500 m (dalla Capanna 2000);
Segnavia: bolli rossi;
Attrezzatura: Scarponi.
Dal rifugio Capanna 2000 si imbocca il sentiero alle sue spalle che punta direttamente ai ripidi pendii meridionali del pizzo Arera. Superato il bivio per il Sentiero dei Fiori e per il Periplo Arera, si prosegue diritti in direzione Nord e si segue la traccia (indicazioni) che con andamento piuttosto ripido, risale la lunga dorsale: pian piano al pascolo si sostituisce la roccia. Al culmine della dorsale si effettua un breve traverso fino ad incontrare un profondo canale; sì scende per poco e si risale dalla parte opposta (scaletta) sbucando sull’ultimo pendio del massiccio. Una traccia di sentiero nei detriti ed alcuni passaggi tra roccette portano infine alla vetta. Da questo punto la vista spazia su uno dei più piacevoli panorami delle Orobie e, se la visibilità lo consente, anche sulle numerose elevazioni del Monte Rosa e degli Appennini. La discesa si effettua per lo stesso itinerario.