Il sentiero dei Daini quindi fa soltanto pochi metri in comune con quello della tacche rosse, dopodichè lo lascia per salire su una breve pietraia fino alla parete di fronte.
Il primo passaggio su roccia, pur facilitato, come detto, da corda fissa, è comunque impegnativo e non solo per me, che, date le mie qualità alpinistiche, probabilmente non faccio molto testo, ma anche per chi ha già esperienze arrampicatorie più solide delle mie.
In effetti uno/a dei 5 partecipanti, pur rispondente alle caratteristiche testè elencate, riuscirà a salire solo assicurato/a dall’alto e giuro che non si tratta di me, anche se aveva indosso la mia imbragatura che avevo prudentemente deciso di portare…
Passata la prima difficoltà, leggermente strapiombante, si prosegue su sentiero alternato a facili tratti di arrampicata fino ad una seconda corda, questa volta più semplice, ma comunque da fare con attenzione.
Si arriva infine alla terza corda, anzi in questo caso si tratto di un cavo d’acciaio, su un tratto molto più breve, ma in discesa, abbastanza esposto e strapiombante. Si tratta di due metri che riesco a passare senza difficoltà, ma se fossero stati su una parete più alta sarebbe stato un altro discorso…
Si prosegue quindi su comoda cengia fino ad arrivare alla crestina finale con arrampicata libera tra il primo e il secondo grado, resa insidiosa dalla roccia umida. In breve siamo sul sentiero a poco metri dalla cima. Con mia sorpresa la Chiesa di San Pietro è aperta e possiamo, oltre che ammirarne l’interno, approfittare dell’ospitalità dei padroni di casa. La discesa la effettuiamo andando prima fino a San Pietrino (posto molto carino e rilassante) e quindi tornando indietro un breve tratto per scendere dalla valle del Vero, seguendo il sentiero Terre Alte.
-->
Mi dicono che per il ritorno parrebbe esistere una seconda parte del Sentiero dei Daini, ancora meno segnata di quella percorsa, che dovrebbe scendere ad ovest di quello da noi percorso. Non abbiamo trovato il punto di attacco scendendo, ma ho fotografato invece il punto iniziale dal basso, che si trova nei pressi della cascata, evidente quando c’è, che caratterizza la valle del Vero.
Il primo passaggio su roccia, pur facilitato, come detto, da corda fissa, è comunque impegnativo e non solo per me, che, date le mie qualità alpinistiche, probabilmente non faccio molto testo, ma anche per chi ha già esperienze arrampicatorie più solide delle mie.
In effetti uno/a dei 5 partecipanti, pur rispondente alle caratteristiche testè elencate, riuscirà a salire solo assicurato/a dall’alto e giuro che non si tratta di me, anche se aveva indosso la mia imbragatura che avevo prudentemente deciso di portare…
Passata la prima difficoltà, leggermente strapiombante, si prosegue su sentiero alternato a facili tratti di arrampicata fino ad una seconda corda, questa volta più semplice, ma comunque da fare con attenzione.
Si arriva infine alla terza corda, anzi in questo caso si tratto di un cavo d’acciaio, su un tratto molto più breve, ma in discesa, abbastanza esposto e strapiombante. Si tratta di due metri che riesco a passare senza difficoltà, ma se fossero stati su una parete più alta sarebbe stato un altro discorso…
Si prosegue quindi su comoda cengia fino ad arrivare alla crestina finale con arrampicata libera tra il primo e il secondo grado, resa insidiosa dalla roccia umida. In breve siamo sul sentiero a poco metri dalla cima. Con mia sorpresa la Chiesa di San Pietro è aperta e possiamo, oltre che ammirarne l’interno, approfittare dell’ospitalità dei padroni di casa. La discesa la effettuiamo andando prima fino a San Pietrino (posto molto carino e rilassante) e quindi tornando indietro un breve tratto per scendere dalla valle del Vero, seguendo il sentiero Terre Alte.
-->
Mi dicono che per il ritorno parrebbe esistere una seconda parte del Sentiero dei Daini, ancora meno segnata di quella percorsa, che dovrebbe scendere ad ovest di quello da noi percorso. Non abbiamo trovato il punto di attacco scendendo, ma ho fotografato invece il punto iniziale dal basso, che si trova nei pressi della cascata, evidente quando c’è, che caratterizza la valle del Vero.
Se ti è piaciuto l'articolo , iscriviti al feed cliccando sull'immagine sottostante per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog:
Una variante sono le Grotte di Toirano se siete in zona complesso di oltre 150 caverne naturali . Risalendo la Val Varatella, poco oltre Toirano, si incontrano i contrafforti di un massiccio calcareo di dolomiti grigie, solcato da una serie di valloni, in cui si aprono oltre 150 caverne naturali, tutt’oggi oggetto di ricerca da parte di studiosi internazionali.(http://immaginiditalia.blogspot.com/2012/01/il-complesso-delle-grotte-di-toirano.html)
RispondiEliminaOvviamente meno impegnativo di questo sentiero