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giovedì 29 aprile 2010

Riviera dei Fiori: Taggia ed Arma di Taggia, A tre chilometri dal mare, alle soglie della Valle Argentina, circondate da fiori, ulivi ed agrumi.

TAGGIA - A tre chilometri dal mare, alle soglie della Valle Argentina, circondata da fiori, ulivi ed agrumi, sorge Taggia, uno dei centri più antichi ed illustri della Riviera.

E famosa per la caratteristica struttura medioevale, le torri, le mura e soprattutto per le opere d'arte, conservate nel Convento dei Domenicani, il complesso monumentale più importante della Liguria occidentale.

Patria di uomini illustri, tra i quali GiovanniRuffini, autore del "Dottor Antonio", Taggia costituisce il completamento storico-artistico della vicina Arma di Taggia.


Taggia si raggiunge da Arma di Taggi:

con il filobus / l'automobile:
strada provinciale per la Valle Argentina

Visita alla città:

Per il visitatore che disponga di tempo (tre ore circa) si consiglia la visita della città, seguendo un itinerario di estremo interesse storico, artistico e culturale.

Abbandonata la Via Aurelia, risalendo la direttrice per la Valle Argentina, pochi chilometri prima del borgo medievale di Taggia, si erge, su dolce collinetta, il Convento di San Domenico dell'Ordine dei Frati Predicatori Domenicani, pregevole centro di storia, cultura ed arte, la maggior pinacoteca del Ponente ligure, che custodisce affreschi e tele di notevole valore artistico, con annessa biblioteca.

Nel suo chiostro, a forma quadrata, sorretto da svettanti colonne in pietra nera, un gruppo di orologi solari, con ore planetarie, ìtaliche e francesi. Il complesso conventuale fu fondato, nel 1459, dal padre domenicano Cristoforo da Milano. La sua costruzione ebbe inizio nel 1460. L'attigua chiesa venne consacrata nel 1490. Il convento, più volte saccheggiato nel corso dei secoli, appare oggi completamente restaurato.

Poco lungi dal Convento di San Domenico, si apre Via Bastioni. Qui si incontrano le antiche mura e le fortificazioni del borgo, a testimonianza delle incursioni saracene e barbaresche, che la popolazione tabiese subì nei secoli.

L'accesso alla città fortificata è segnato dalla Porta Pretoria, oltrepassata la quale, l'alternativa è di tutto interesse:

- un primo percorso risale la Via Santa Lucia per raggiungere, attraverso stradine acciottolate, la prima cerchia di mura del secolo X, indi la Cappelletta di Santa Lucia e l'Acropoli dominata dal Castello;

- altro percorso, pur sempre suggestivo, propone l'imbocco di Via Cardinal Castaidi per incrociare le Torri dette dei Claves An A (già Signori di Taggia) e, da qui, la dirczione Piazza Castaidi per contemplare la monumentale facciata barocca della Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, i portici, a sesto acuto, di Palazzo Lombardi e la Fontana del Braki (1462).

Una puntata in Via Soler! è d'obbligo. Qui gravita la vita del borgo, oggi città, nelle caratteristiche botteghe sotto gli ampi porticati, fronteggiati da antichi palazzi con portali in ardesia scolpita. Per tutti si ricordano lo storico Palazzo Comunale (XII-XIV secolo), il Palazzo Curlo (1448), posto su quattro svelti archi gotici in pietra nera e Palazzo Carrega, già Asdente, dall'originale e antico portale.

Nelle sue immediate vicinanze, una targa marmorea segnala la casa di Giovanni Ruffini, patriota e romanziere dell'Ottocento, autore del romanzo "II Dottor Antonio", antesignano strumento di pubblicità del turismo del Ponente ligure nel Regno Unito.
A monte, la parallela Via San Dalmazzo fu, fin dal 1400, la strada dai ricchi palazzi con portali in pietra nera intagliata, decorati talvolta con fregi di stile rinascimentale. A metà strada, si incontra la Porta Barbarasa, confine a nord della cinta muraria.

Seguendo ora gli appositi cartelli segnaletici, si perviene al Convento dei Frati Cappuccini (costruito, nel 1610, per volontà della illustre cittadina Caterina Arnaldi), che conserva un'interessante biblioteca, dono del patrizio genovese Gerolamo Vivaldi.

La Porta del Colletto (1541) apre la via dì uscita dal borgo, proponendo, a breve distanza, la Poazza e la Chiesa di San Benedetto Revelli, patrono di Taggia, per la cui memoria, nel mese di febbraio di ogni anno, vengono accesi i giganteschi falò e le rudimentali torce pirotecniche, i "furgari", attraverso i quali, in tempi remoti, si voleva segnalare l'affollata presenza dì difensori nel borgo onde allontanare incursioni nemiche.

A breve distanza, la Chiesa Romanica di Santa Maria del Canneto, costruita dai Monaci Benedettini. Distrutta dai Saraceni, fu ricostruita, in epoca successiva, dagli stessi Monaci, formando un complesso dotato di abbazia centrale, convento e ospizio per i viandanti e pellegrini.

L'avvento dei Benedettini in Taggia segna la rinascita del borgo, la diffusione delle attività agricole ed artigiane, la macinatura del grano e dell'orzo, la filanda e il telaio e, importantissima, la coltura dell'olivo. Ancor oggi l'oliva taggiasca ha proprietà e qualità di elevatissimo pregio, note ed apprezzate dagli intenditori.

Ridiscendendo verso il fiume Argentina, il Ponte Medievale Romanico, a sedici archi, conduce alla mulattiera per Castellare e per il Santuario della Madonna di Lampedusa.

Rientrando nel borgo, oltrepassato il Bastione del Ponte (XVI secolo), appare, sulla destra, la Chiesa della Santissima Trinità (XVII secolo), ricca di indorature, marmi ed oggetti sacri.
Oltrepassato Viale Rimembranza, la visuale si apre su Piazza Cavour, ove la Chiesa dei Santi Sebastiano e Faiano, dalla facciata barocca, conserva un pregevole Crocefisso processionale ligneo
Discendendo su Piazza Garibaldi e svoltando per Via Ruffini, si raggiunge Piazza Farini, ove sorge il Palazzo Lercari (XVII secolo).
In Via Curlo, il Palazzo Curlo-Spinola (XVI-XVIII secolo) ricorda la presenza in Taggia dell'Infante di Spagna Don Filippo, in transito con le sue truppe (1745) e di Napoleone Bonaparte, durante la Campagna d'Italia.
Palazzo Lercari. Interni. Volta affrescata

Piazza Farini, fontana del "Braki"



Complesso monumentale di San Domenico

Ponte medievale romanico

Complesso monumentale di San Domenico


ARMA DI TACCIA - A soli sei chilometri da Sanremo, Arma di Taggia si distingue per il suo clima mite, la vasta e sabbiosa sua spiaggia e le sue attrezzature turistiche. Frequentato centro di vacanze estive ed invernali, i pubblici locali, i campi da tennis e di minigolf, i confortevoli stabilimenti balneari, lo stupendo entroterra che, attraverso agevoli itinerari, porta il turista alla contemplazione di paesaggi alpini, sono garanzia di sereni soggiorni. La particolare sua ubicazione offre tranquillità e sicurezza per una vacanza ritemprante.

Gli esercizi alberghieri di ogni categoria, dall'albergo con piscina alla pensione familiare, offrono, tutti, ottimo trattamento. I servi/.i di collegamento filoviari e in pullman con Sanremo e la Riviera dei Fiori sono frequenti e confortevoli.

Arma di Taggia si raggiunge:
con il treno:
linea Genova - Ventimiglia
con l'automobile:
autostrada Milano - Genova - Savona
Ventimiglia, uscita Arma di Taggia;
autostrada Torino - Savona - Ventimiglia,
uscita Arma di Taggia
S.S.N. 1-ViaAurelia

Visita alla città.

Fra il Settecento e l'Ottocento, il borgo marinaro di Arma attraversa un periodo di crescita economica e demografica. Si inaugura la nuova strada carrozzabile, che collega il litorale con il borgo medievale di Taggia e lo scalo marittimo di Arma guadagna importanza. Gli abitanti maturano sempre più una coscienza ad identità cittadina.

È il 28 settembre 1817, quando il Consiglio degli Anziani di Taggia, accogliendo una petizione degli abitanti dell'Arma, decide di finanziare un primo lotto di lavori per la costruzione di una chiesa, vista la dimensione dell'insediamento abitativo in Arma.

Nasce così la Chiesetta di San Giusepe, sulla omonima via. Seppur modesta nelle dimensioni e povera nell'apparato decorativo, l'aggraziata aula unica, dai fianchi curvilinei - quasi chiesa a pianta centrale, pur segnata, nel suo interno, da gusto e ritmi di tiponeoclassico - è testimonianza significativa della fioritura edilizia tardobarocca del Ponente Ligure.

La Grotta della Madonna dell'Arma (Lungomare di Ponente) risale al periodo preistorico e fu rifugio per animali e uomini. Nel corso di recenti scavi sono emersi reperti dell'età paleolitica. La struttura della grotta, a differenza di quelle dei Balzi Rossi di Ventimigiia, è segnata da un asse mediano di separazione fra la parte anteriore, rivolta verso il mare (che accoglie la Chiesetta oggi dedicata a Maria Santissima dell'Annunziata) e la parte posteriore, rivolta verso nord, che forma una lunga ed oscura caverna.







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