Il Piceno non è soltanto vino: sono molti i sapori e le tipicità che questa terra, racchiusa tra l’Adriatico e i Sibillini, sa offrire.
Si tratta di gusti semplici e intensi, che sembrano fatti apposta per essere gustati e degustati anche nella loro più completa purezza, anche se alcuni di essi, talvolta abbinati tra loro o con altri prodotti di questa terra, sanno restituire al palato sensazioni ancora più vive e intense.
È il modo migliore per assaporare il Piceno e per costruire un ricordo indelebile di questo territorio.
Vino non di solo vino è fatto il Piceno, ma non possiamo escludere la produzione enologica pur avendone già detto diffusamente nella sezione dedicata.
Eppure tra gli itinerari alla scoperta dei sapori non si può non segnalare l’Enoteca Regionale delle Marche che si trova a Offida: gestita dall’Associazione dei Produttori Viticoli della Provincia Picena, è un importante centro per la conoscenza del vino e del territorio.
È ospitata all’interno dell’ex-monastero di San Francesco, nel centro storico del paese, e in questa sua magnifica cornice vengono organizzate iniziative legate alla conoscenza del vino e del territorio.
Qui si possono degustare i vini della zona e della regione da accompagnare ai piatti tipici della cucina locale.
Olive e olio: oltre alla varietà autoctona dell’Oliva Tenera Ascolana DOP, ingrediente base delle olive all’ascolana, altre cultivar sono presenti nell’area picena e danno vita a oli interessanti sia dal punto di vista qualitativo sia sotto il profilo sensoriale, grazie all’impegno di molti produttori. Le varietà più diffuse sono Leccino, Frantoio e Moraiolo, accanto ad altre cultivar come Sargano, Raggia, Piantone di Falerone.
Gli oli che ne derivano sono generalmente molto fruttati e giustamente piccanti, specie quelli dell’entroterra. Se le coltivazioni di ulivi sono invece lungo la fascia costiera, l’olio porterà con sé un fondo più delicato e a tratti addirittura dolce. Ingrediente base come condimento in tutta la cucina, dà il meglio di sé in semplicità, a filo, su una fetta di pane rustico.
Mela Rosa dei Sibillini: è una varietà antica, di cui si ha notizia già da Quinto Orazio Flacco nelle sue Satire, che viene coltivata nel territorio della Comunità Montana dei Sibillini. È riconoscibile per il suo frutto medio-piccolo dalla forma irregolare e appiattita. La buccia è di colore verde intenso con macchie o striature rosso vino (ma si usa dire rosa) e la polpa e croccante, soda e dal sapore leggermente acidulo. Perfette per torte e dolci, vengono anche utilizzate nella preparazione di confetture che bene si abbinano a formaggi semistagionati locali.
Miele: considerato nell’antichità il “cibo degli dei”, è anch’esso prodotto prevalentemente nel territorio dei Monti Sibillini. All’interno del Parco vengono prodotti miele di acacia, di castagno e il ben noto millefiori, ciascuno con il suo colore caratteristico e il suo profumo inconfondibile che richiama i grandi spazi degli altipiani e il clima dolce di questi pendii e ben si presta come dolcificante naturale o come accompagnamento ai formaggi della zona.
Tartufo: la zona dei Sibillini è zona vocata anche per la produzione di Tartufo, che non ha nulla da invidiare alla produzione di altre zone italiane più note. Le quattro varietà presenti sul territorio sono il tartufo bianco pregiato, ossia il tartufo per antonomasia con un profumo forte e complesso ma comunque piacevole, il tartufo nero pregiato con un profumo intenso ma non pungente, il tartufo estivo dall’aroma più tenue e il bianchetto o marzuolo il più piccolo dei quattro, che ha questo nome perché matura da fine inverno a inizio primavera. Il tartufo esalta il suo aroma e la sua complessità in particolare sulle uova, ma è adatto a profumare anche ricchi primi o secondi piatti.
Si tratta di gusti semplici e intensi, che sembrano fatti apposta per essere gustati e degustati anche nella loro più completa purezza, anche se alcuni di essi, talvolta abbinati tra loro o con altri prodotti di questa terra, sanno restituire al palato sensazioni ancora più vive e intense.
È il modo migliore per assaporare il Piceno e per costruire un ricordo indelebile di questo territorio.
Vino non di solo vino è fatto il Piceno, ma non possiamo escludere la produzione enologica pur avendone già detto diffusamente nella sezione dedicata.
Eppure tra gli itinerari alla scoperta dei sapori non si può non segnalare l’Enoteca Regionale delle Marche che si trova a Offida: gestita dall’Associazione dei Produttori Viticoli della Provincia Picena, è un importante centro per la conoscenza del vino e del territorio.
È ospitata all’interno dell’ex-monastero di San Francesco, nel centro storico del paese, e in questa sua magnifica cornice vengono organizzate iniziative legate alla conoscenza del vino e del territorio.
Qui si possono degustare i vini della zona e della regione da accompagnare ai piatti tipici della cucina locale.
Olive e olio: oltre alla varietà autoctona dell’Oliva Tenera Ascolana DOP, ingrediente base delle olive all’ascolana, altre cultivar sono presenti nell’area picena e danno vita a oli interessanti sia dal punto di vista qualitativo sia sotto il profilo sensoriale, grazie all’impegno di molti produttori. Le varietà più diffuse sono Leccino, Frantoio e Moraiolo, accanto ad altre cultivar come Sargano, Raggia, Piantone di Falerone.
Gli oli che ne derivano sono generalmente molto fruttati e giustamente piccanti, specie quelli dell’entroterra. Se le coltivazioni di ulivi sono invece lungo la fascia costiera, l’olio porterà con sé un fondo più delicato e a tratti addirittura dolce. Ingrediente base come condimento in tutta la cucina, dà il meglio di sé in semplicità, a filo, su una fetta di pane rustico.
Mela Rosa dei Sibillini: è una varietà antica, di cui si ha notizia già da Quinto Orazio Flacco nelle sue Satire, che viene coltivata nel territorio della Comunità Montana dei Sibillini. È riconoscibile per il suo frutto medio-piccolo dalla forma irregolare e appiattita. La buccia è di colore verde intenso con macchie o striature rosso vino (ma si usa dire rosa) e la polpa e croccante, soda e dal sapore leggermente acidulo. Perfette per torte e dolci, vengono anche utilizzate nella preparazione di confetture che bene si abbinano a formaggi semistagionati locali.
Miele: considerato nell’antichità il “cibo degli dei”, è anch’esso prodotto prevalentemente nel territorio dei Monti Sibillini. All’interno del Parco vengono prodotti miele di acacia, di castagno e il ben noto millefiori, ciascuno con il suo colore caratteristico e il suo profumo inconfondibile che richiama i grandi spazi degli altipiani e il clima dolce di questi pendii e ben si presta come dolcificante naturale o come accompagnamento ai formaggi della zona.
Tartufo: la zona dei Sibillini è zona vocata anche per la produzione di Tartufo, che non ha nulla da invidiare alla produzione di altre zone italiane più note. Le quattro varietà presenti sul territorio sono il tartufo bianco pregiato, ossia il tartufo per antonomasia con un profumo forte e complesso ma comunque piacevole, il tartufo nero pregiato con un profumo intenso ma non pungente, il tartufo estivo dall’aroma più tenue e il bianchetto o marzuolo il più piccolo dei quattro, che ha questo nome perché matura da fine inverno a inizio primavera. Il tartufo esalta il suo aroma e la sua complessità in particolare sulle uova, ma è adatto a profumare anche ricchi primi o secondi piatti.
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