Santa Maria di Ronzano é una delle più belle testimonianze storico-culturali che offre la provincia teramana. Risalendo la Vallata del Vomano, da Roseto degli Abruzzi verso il Gran Sasso, si scopre l'Abbazia che troneggia imponente e ben conservata in mezzo alla campagna circostante l'abitato del comune di Castel Castagna, sulla sponda destra del Mavone.
La Chiesa, edificata nel 1171, é una meravigliosa combinazione di natura e di arte, con la sua facciata absidale e le celle campanarie dietro cui svetta il Corno Grande.
E' uno scenario incantevole: siamo nel bel mezzo della Valle Siciliana dai greci chiamata la “Valle dei fichi e degli olivi”dove più di tremila anni fa vi abitavano i siculi, come riferisce lo storico Tucidide.
Purtroppo l'incuria del tempo o, forse, le vicende di un antico vissuto privano oggi il visitatore di ciò che fu l'antichissimo cenobio benedettino il cui abate ronzanese era alle strette dipendenze del San Nicola di Bari.
Del resto nelle numerose testimonianze scritte sulla chiesa abbaziale di Ronzano ricorrenti sono i riferimenti pugliesi e pisani ma anche i richiami d'Oriente impressi nelle arcate cieche e nelle belle decorazioni di cui sono pieni i muri di questo importante monumento ricco di tesori come ad esempio la statua lignea gotica raffigurante la Madonna col Bambino, riesposta di recente dopo un attento e lungo restauro.
Lasciata la piccola frazione di Ronzano l’itinerario prosegue verso la vicina Castelli: famoso borgo incastellato alle pendici del Monte Camicia dove la manualità e l'ingegno sviluppatisi nel corso dei secoli hanno espresso un artigianato d'eccellenza nell'arte e nella lavorazione della ceramica.
Lo stile architettonico della chiesa è caratterizzato da una chiara impronta di stile romanico – pugliese che si ritrova nell'impostazione delle finestrature, negli archi ciechi della zona del presbiterio e nella pianta che, sebbene internamente racchiuda tre absidi semicircolari, esternamente appare rettilinea. Queste caratteristiche accomunano la fabbrica di Ronzano alle chiese pugliesi della cattedrale di Bitonto, del duomo di San Corrado a Molfetta e della basilica di San Nicola a Bari.
Affreschi.
Il catino absidale contiene un ciclo d'affreschi medievali su cui la critica storico-artistica ancora dibatte : sono variamente datati 1181 o 1281, in base all'interpretazione che viene data dell'iscrizione dipinta che corre alla base della calotta absidale. Nella calotta absidale è rappresentato Cristo benedicente all'interno di una mandorla, attorniato da quattro angeli in volo: nella mano sinistra tiene un disco su cui è scritto EGO SUM LUX MUNDI o altrimenti EGO SO(L)LUS MUNDI.
Nel primo registro della parete absidale sono rappresentati i dodici apostoli, con al centro la rappresentazione dell'Annunciazione, con la Vergine Maria e l'arcangelo Gabriele, rispettivamente alla destra e alla sinistra della finestra.
Nel secondo registro iniziano le scene relative all'infanzia di Cristo: la prima scena a sinistra mostra la Visitazione della Vergine Maria a S. Elisabetta; segue la Natività di Gesù, con il Bambino doppiamente rappresentato.
Al centro della parete e immediatamente sotto la finestrella, è rappresentata l'Adorazione dei Re Magi, con la Madonna seduta in trono e il Bambino Gesù in braccio: purtroppo le figure dei Magi sono completamente scomparse, rimane solo una parte del cavallo riccamente agghindato.
Segue la scena della Fuga in Egitto, con la Madonna seduta sul somaro insieme al Bambino e S. Giuseppe li guida, tenendo sulle spalle un bastone con appeso un fagotto e un barilotto, e indossa il pileus cornutus, il berretto a punta utilizzato nel XIII secolo come elemento distintivo per gli Ebrei. Nell'ultima scena del secondo registro è raffigurata la Strage degli Innocenti e in molti l'hanno collegata alla scena sottostante, l'ultima del terzo registro, variamente interpretata come le Pie Donne al sepolcro o le madri piangenti degli Innocenti.
Sul terso registro sono rappresentate le scene relative alla Passione di Cristo: la prima raffigura il Bacio di Giuda e la Cattura di Cristo operata da una moltitudine di soldati vestiti con l'armatura; segue Cristo davanti a Pilato, portato da un soldato; la Flagellazione di Cristo, con ai lati due soldati forniti di scudiscio e bastone; al centro della registro è la Crocifissione, in parte scomparsa, ma si riesce ancora ad ammirare la figura di Longino a sinistra con la lancia e la figura dell'altro soldato con il secchiello dell'aceto. Segue la Richiesta del corpo di Cristo e Pilato da parte della Madonna e di San Pietro; poi la Deposizione nel sepolcro, e l'ultima scena già sopra menzionata.
Da vedere
Soffitto Maiolicato della Chiesa di San Donato, “La Sistina della maiolica”: 780 mattoni votivi AD 1615-1617; Raccolta Internazionale d'arte ceramica, più di cinquecento opere di artisti di 50 nazioni esposte presso l'Istituto d'arte; Presepe Monumentale, 54 statue in ceramica a grandezza naturale costruite dagli allievi dell'Istituto d'Arte 1965-1975.
La cucina
Oltre alla natura e alla storia la sosta può essere allietata dalla scoperta di piatti tipici di una rinomata gastronomia ricca soprattutto di “primi” come i maccheroni con le pallottine, il timballo di crispelle, le scrippelle ‘mbusse, ossia in brodo, e se capitate in zona il primo maggio non dimenticate “le Virtù” in omaggio alle buonissime erbe di stagione cucinate in modo tradizionale e casalingo con tanti tipi di pasta.
Sempre nella zona di Castel Castagna non mancano salumi e formaggi pecorini prodotti in maniera artigianale che si possono acquistare direttamente dai produttori o presso le aziende agrituristiche.
Informazioni
Centro informazione turistica Provincia di Teramo
Tel. 0861/ 331295-331537- Fax 0861. 331263-331545
Come arrivare
Autostrada A 14 uscita Roseto degli Abruzzi - Autostrada A 24 uscita Isola del Gran Sasso-Colledara.
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