Una vacanza diversa nell'isola: tra suggestivi itinerari per scoprire le tradizioni, la storia, le bellezze e i segreti di un'antica terra.
Inoltre l'estate, dentro la Sardegna", recitava un vecchio slogan pubblicitario dell'Ente per il Turismo sardo, a significare un esplicito invito al visitatori dev'isola a percorrere e vivere fa regione al di là della stagione balneare.
La Sardegna, infatti, è capace di offrire al turista una serie di motivi che la rendono interessante come destinazione turistica per tutto l'arco dell'anno.
DA CAGLIARI VERSO LA BARBAGIA DI ARITZO.
La città di Cagliari, capoluogo della Sardegna, per la sua felice posizione al centro dell'ampio Golfo degli Angeli, è il punto di .arrivo e partenza della maggior parte delle persone che arrivano in Sardegna.
Durante l'estate, inoltre, è anche il punto di riferimento dei molti, turisti che passano le vacanze lungo la costa sud da dove si può partire, attraverso strade di facile e comoda percorrenza, per andare verso l'interno dell'isola sarda.
La strada statale 131 (chiamata anche Carlo Felice), che unisce il sud al nord della regione, dopo soli quaranta chilometri vi porta al villaggio di Sanluri. nel cuore del paese sorge il Castello dei Conti di Sorta che raccoglie, al suo interno, non solo quadri e armature defl'epoca ma anche un interessante museo con i più rari e singolari cimeli della Prima Guerra Mondiale.
La fortezza nuragica di Barumini rappresenta il sito archeologico più importante dell'intera Sardegna sia come dimensioni sia come testimonianza di quella antica civiltà sviluppatesi dal 1800 a.C. sino alla dominazione romana. Visitando la parte alta del nuraghe e volgendo
10 sguardo verso nord si nota subito il grande altopiano della Giara: un'oasi naturalistica di rara bettezza che può essere attraversata su strade in terra battuta tra la folta vegetazione mediterranea.
Lasciato l'altipiano si corre (si fa per dire perché le molte curve con-sigliano prudenza) verso la Barbogia di Beivi e, quindi, la nostra destinazione finale. In meno di un'ora si è in vista di Aritzo: ridente villaggio collinare tra boschi di castagni e noccioleti.
II centro urbano nasconde antiche case di pietra e ginepri, un museo etnografico e tante botteghe artigiane e dolciarie. Tra i dolci i delicati torroni al miele e "is caschettas".
DALLA COSTA SMERALDA AL NUORESE, PASSANDO PER LA GALLURA.
La costa nordorientale della Sardegna, parte della quale ospita i 55 km. della celebre Costa Smeralda, costituisce una delle destinazioni turistiche più richieste nel Mediterraneo. Da questa costa, molti visitatori desiderosi di conoscere le tradizioni della gente sarda, lasciano il mare (magari approfittando di una giornata coperta o ventosa che non aiuta la tintarella) per andare a visitare le zone interne della regione.
Soddisfatta, quindi, questa esigenza storico-culturale si può partire per l'itinerario che porterà a Nuoro, meta finale del viaggio, passando innanzitutto per Arzachena (capoluogo della Costa Smeralda, ribattezzata Arzakhan dai simpatizzanti del Principe Karim), per visitare l'interessante Nuraghe Albucciu, alle porte della cittadina, e la Tomba dei Giganti Coddu Ecchju che si trova molto vicina alla strada per Sant' Antonio di Gallura.
Questo paese, interamente formato da case costruite con il granito, si trova a pochissimi chilometri dal Lago del Liscia e rappresenta il tipico centro urbano gallurese inserito tra le colline di sughere e cave di granito.
Proseguendo verso Tempio Pausania, ai piedi del Monte Limbara, una stradina porta verso l'Aguata dove vive da anni il cantautore Fabrlzio De Andre e dove l'artista genovese ha realizzato un'azienda agriturìstica in cui è possibile fermarsi a pranzare (vi sono anche quattro camere per la notte) e gustare specialità locali come gli arrosti di capretto e agnello e la "suppa cuatta".
Lasciata Tempio si corre, tutto d'un flato, verso Nuoro attraverso la catena del Goceano e tanti villaggi arrampicati sulle colline: interessante la visita al Castello di Burgos prima di prendere la strada che da Macomer porta a Nuoro.
Questa città, che ha dato i natali alla scrittrice Grazia Deledda, è la meta finale dell'itinerario: merita una sosta per la visita del Museo etnografico che raccoglie antichi costumi e gioielli e da cui si parte per il Monte Ortobene, dominato da una gigantesca statua bronzea del Redentore. Dalla cima si gode un panorama a 360°, dalla vallata di Oliena alla costa orientale.
Prima di riprendere la strada del ritorno (via Siniscola-Olbia) una sosta da Ignazio Corrias il quale,.nel suo locale "II Redentore" prepara una serie di piatti legati alla tradizione gastronomica barbaricina: "pani frattau", arrosti allo spiedo e le deliziose "seadas".
DA VILLASIMIUS A DORGALI ATTRAVERSO L'OGLIASTRA.
Villasimius, nell'estremo sud-est dell'isola, un tempo villaggio legato a una economica agro-pastorale, in questi ultimi anni ha conosciuto un evidente sviluppo turistico grazie, soprattutto, al suo bellissimo mare.
Dopo aver fatto il "pieno" di tuffi e immersioni nelle acque di Cala Giunco o dell'Isola dei Cavoli si può mettere in programma una gita più a nord, correndo lungo la costa orientale che porta prima nel Sarrabus, poi nell'Ogliastra per raggiungere Dorgali e Cala Gonone destinazioni finali di questo terzo e ultimo itinerario nell'interno della Sardegna.
Prima di giungere a Muravera (uno dei "giardini" dell'isola per la presenza di agrumeti che ne caratterizzano il paesaggio) si incontra la zona umida dello Stagno di Colostro!. Qui svernano e nidificano specie rare come l'orco marino e l'airone bianco, ma anche il cavaliere d'Italia e il fenicottero rosa che si possono vedere dalla strada.
Muravera (che merita una sosta per il suo arrigianato: tappeti, arazzi e ceramiche), assieme ai vicini centri di San VTto e Viltaputzu, è uno dei punti di riferimento per quanto riguarda l'uso delle "Launeddas", il più antico strumento musicale a fiato di tutta l'area mediterranea.
Proseguendo verso nord, dopo 15 km da Villaputzu, si trova la chieset-ta romanica di San Nicola e, ancora più avanti, si notano nel vicino colle i resti del Castello di Quirra; ora la strada si allontana dalla costa e il paesaggio si fa sempre più solitario e selvaggio.
Si arriva, così, in Ogliastra: l'isola nell'isola, a significare quanto questa regione (per motivi legati al tipo di territorio, ma anche alle scarse vie di comunicazione) sia separata dalle altre zone della Sardegna.
Passato il centro di Tortolì la strada si arrampica sulla montagna sino a Baunei, per poi infiltrarsi (fra tante curve) all'interno di uno dei paesaggi più singolari e rari della Sardegna.
Uno dei modi migliori per ammirare queste zone è quello di visitare l'Ogliastra con il Trenino Verde (informazioni presso le agenzie di viaggio): una vecchia locomotiva a vapore che si arrampica a Lanusei, il centro più importante di questa regione.
Sino a Dorgali saremo accompagnati da una natura ancora intatta e dal silenzio delle foreste di lecci e querce. La bellezza di questi luoghi e le cose che si ammirano a Dorgali ripagano ampiamente la fatica di tante curve. Prima di arrivare al paese, infatti, soprattutto per chi non riesce a dimenticare il mare, un tunnel buca la montagna e ci porta a Cala Gonone da dove si parte in battello per la visita delle famose Grotte del Bue Marino: ultimo rifugio nel Mediterraneo della foca monaca.
Ma torniamo a Dorgali, nostra destinazione finale. Interessante e obbligatoria la visita delle botteghe artigiane, dove mani veloci tessono tappeti, arazzi e ricamano pizzi, mentre un'antica tradizione di oreficeria realizza raffinati gioielli in grana d'oro e argento come quelli de "La Butega de Oro" di Dino Mele (tei. 0784/95133), nei corso principale di Dorgali.
Non meno importante la gastronomia locale che punta su specialità come il "pane carasau", le "casadi-nas" (tortine di formaggio e menta), i "culurgiones" di ricotta, gli arrosti allo spiedo, il tutto accompagnati dai vini della locale cantina sociale.
Prima di ripartire un suggerimento: visitate le Grotte di Ispinigoli (poco distanti dal paese) per ammirare la più alta stalattite d'Europa: ben 38 metri di altezza.
Inoltre l'estate, dentro la Sardegna", recitava un vecchio slogan pubblicitario dell'Ente per il Turismo sardo, a significare un esplicito invito al visitatori dev'isola a percorrere e vivere fa regione al di là della stagione balneare.
La Sardegna, infatti, è capace di offrire al turista una serie di motivi che la rendono interessante come destinazione turistica per tutto l'arco dell'anno.
Anche il cosiddetto "vacanziere-balneare" può, comunque, fruire di questi motivi magari tra un tuffo e l'altro , per conoscere, così meglio le tradizioni e la storia della terra in cui trascorre le vacanze. I tre itinerarì che seguono si possono percorrere in una giornata, ma è certo meglio prevedere anche una sosta di una notte prima del rientro al punto di partenza.
DA CAGLIARI VERSO LA BARBAGIA DI ARITZO.
La città di Cagliari, capoluogo della Sardegna, per la sua felice posizione al centro dell'ampio Golfo degli Angeli, è il punto di .arrivo e partenza della maggior parte delle persone che arrivano in Sardegna.
Durante l'estate, inoltre, è anche il punto di riferimento dei molti, turisti che passano le vacanze lungo la costa sud da dove si può partire, attraverso strade di facile e comoda percorrenza, per andare verso l'interno dell'isola sarda.
La strada statale 131 (chiamata anche Carlo Felice), che unisce il sud al nord della regione, dopo soli quaranta chilometri vi porta al villaggio di Sanluri. nel cuore del paese sorge il Castello dei Conti di Sorta che raccoglie, al suo interno, non solo quadri e armature defl'epoca ma anche un interessante museo con i più rari e singolari cimeli della Prima Guerra Mondiale.
Leggi anche: Itinerari in Sardegna: escursionismo e sicurezza in montagna.Lasciato Sanluri (prima di partire comprate una forma di "civraxiu", il pane speciale del luogo) si deve percorrere a ritroso, cioè verso Cagliari, la 131 per un brevissimo tratto per voltare, poi, a destra e prendere la provinciale per Furtei e Barum. La nostra nuova meta, infatti, è il villaggio nuragico "Su Mura»" che si raggiunge in meno di venti minuti su una strada che taglia fertili campi che producono teneri e saporiti carciofi da acquistare e mangiare per strada: l'importante è passare da queste parti da ottobre ad aprile.
La fortezza nuragica di Barumini rappresenta il sito archeologico più importante dell'intera Sardegna sia come dimensioni sia come testimonianza di quella antica civiltà sviluppatesi dal 1800 a.C. sino alla dominazione romana. Visitando la parte alta del nuraghe e volgendo
10 sguardo verso nord si nota subito il grande altopiano della Giara: un'oasi naturalistica di rara bettezza che può essere attraversata su strade in terra battuta tra la folta vegetazione mediterranea.
E la Giara ha un altro grande tesoro: la presenza di oltre 500 cavallini selvaggi (possono essere visti, ma fuggono velocemente non appena avvertono la presenza dell'uomo) di colore prevalentemente scuro e con un'altezza al garrese di 120 centimetri. Sembra siano stati portati quassu dai Fenici, oltre 2000 anni fa, e da allora si riproducono e vivono in assoluta libertà.
Lasciato l'altipiano si corre (si fa per dire perché le molte curve con-sigliano prudenza) verso la Barbogia di Beivi e, quindi, la nostra destinazione finale. In meno di un'ora si è in vista di Aritzo: ridente villaggio collinare tra boschi di castagni e noccioleti.
II centro urbano nasconde antiche case di pietra e ginepri, un museo etnografico e tante botteghe artigiane e dolciarie. Tra i dolci i delicati torroni al miele e "is caschettas".
DALLA COSTA SMERALDA AL NUORESE, PASSANDO PER LA GALLURA.
La costa nordorientale della Sardegna, parte della quale ospita i 55 km. della celebre Costa Smeralda, costituisce una delle destinazioni turistiche più richieste nel Mediterraneo. Da questa costa, molti visitatori desiderosi di conoscere le tradizioni della gente sarda, lasciano il mare (magari approfittando di una giornata coperta o ventosa che non aiuta la tintarella) per andare a visitare le zone interne della regione.
Leggi anche: IItinerari in Sardegna: il canyoning, o torrentismo, consiste nella discesa di strette gole, cascate o torrenti utilizzando le tecniche alpinistiche.Prima, comunque, di percorrere le strade scelte per questi itlnerari è obbligatorio trascorrere una mattinata (nel pomeriggio la zona è chiusa al pubblico) sull'isola di Caprera, che si raggiunge percorrendo un ponte che la collega con La Maddalena, L'Isola ospita la casa e il museo di Giuseppe Garibaldi, dove è possibile vedere e ammirare oggetti, armi, mobili e vestiti dell'eroe dei due mondi.
Soddisfatta, quindi, questa esigenza storico-culturale si può partire per l'itinerario che porterà a Nuoro, meta finale del viaggio, passando innanzitutto per Arzachena (capoluogo della Costa Smeralda, ribattezzata Arzakhan dai simpatizzanti del Principe Karim), per visitare l'interessante Nuraghe Albucciu, alle porte della cittadina, e la Tomba dei Giganti Coddu Ecchju che si trova molto vicina alla strada per Sant' Antonio di Gallura.
Questo paese, interamente formato da case costruite con il granito, si trova a pochissimi chilometri dal Lago del Liscia e rappresenta il tipico centro urbano gallurese inserito tra le colline di sughere e cave di granito.
Proseguendo verso Tempio Pausania, ai piedi del Monte Limbara, una stradina porta verso l'Aguata dove vive da anni il cantautore Fabrlzio De Andre e dove l'artista genovese ha realizzato un'azienda agriturìstica in cui è possibile fermarsi a pranzare (vi sono anche quattro camere per la notte) e gustare specialità locali come gli arrosti di capretto e agnello e la "suppa cuatta".
Prima di lasciare Tempio fate visita ai negozi dell'artigianato locale che realizza oggetti in sughero: la grande ricchezza ricavata dalle querce dei boschi che circondano la zona.
Lasciata Tempio si corre, tutto d'un flato, verso Nuoro attraverso la catena del Goceano e tanti villaggi arrampicati sulle colline: interessante la visita al Castello di Burgos prima di prendere la strada che da Macomer porta a Nuoro.
Questa città, che ha dato i natali alla scrittrice Grazia Deledda, è la meta finale dell'itinerario: merita una sosta per la visita del Museo etnografico che raccoglie antichi costumi e gioielli e da cui si parte per il Monte Ortobene, dominato da una gigantesca statua bronzea del Redentore. Dalla cima si gode un panorama a 360°, dalla vallata di Oliena alla costa orientale.
Prima di riprendere la strada del ritorno (via Siniscola-Olbia) una sosta da Ignazio Corrias il quale,.nel suo locale "II Redentore" prepara una serie di piatti legati alla tradizione gastronomica barbaricina: "pani frattau", arrosti allo spiedo e le deliziose "seadas".
DA VILLASIMIUS A DORGALI ATTRAVERSO L'OGLIASTRA.
Villasimius, nell'estremo sud-est dell'isola, un tempo villaggio legato a una economica agro-pastorale, in questi ultimi anni ha conosciuto un evidente sviluppo turistico grazie, soprattutto, al suo bellissimo mare.
Dopo aver fatto il "pieno" di tuffi e immersioni nelle acque di Cala Giunco o dell'Isola dei Cavoli si può mettere in programma una gita più a nord, correndo lungo la costa orientale che porta prima nel Sarrabus, poi nell'Ogliastra per raggiungere Dorgali e Cala Gonone destinazioni finali di questo terzo e ultimo itinerario nell'interno della Sardegna.
Prima di giungere a Muravera (uno dei "giardini" dell'isola per la presenza di agrumeti che ne caratterizzano il paesaggio) si incontra la zona umida dello Stagno di Colostro!. Qui svernano e nidificano specie rare come l'orco marino e l'airone bianco, ma anche il cavaliere d'Italia e il fenicottero rosa che si possono vedere dalla strada.
Muravera (che merita una sosta per il suo arrigianato: tappeti, arazzi e ceramiche), assieme ai vicini centri di San VTto e Viltaputzu, è uno dei punti di riferimento per quanto riguarda l'uso delle "Launeddas", il più antico strumento musicale a fiato di tutta l'area mediterranea.
Proseguendo verso nord, dopo 15 km da Villaputzu, si trova la chieset-ta romanica di San Nicola e, ancora più avanti, si notano nel vicino colle i resti del Castello di Quirra; ora la strada si allontana dalla costa e il paesaggio si fa sempre più solitario e selvaggio.
Si arriva, così, in Ogliastra: l'isola nell'isola, a significare quanto questa regione (per motivi legati al tipo di territorio, ma anche alle scarse vie di comunicazione) sia separata dalle altre zone della Sardegna.
Questa situazione, contro la quale da anni si battono le popolazioni ogliastrine, ha pure qualche vantaggio, perché ha determinato la conservazione della natura e delle tradizioni locali.
Passato il centro di Tortolì la strada si arrampica sulla montagna sino a Baunei, per poi infiltrarsi (fra tante curve) all'interno di uno dei paesaggi più singolari e rari della Sardegna.
Uno dei modi migliori per ammirare queste zone è quello di visitare l'Ogliastra con il Trenino Verde (informazioni presso le agenzie di viaggio): una vecchia locomotiva a vapore che si arrampica a Lanusei, il centro più importante di questa regione.
Sino a Dorgali saremo accompagnati da una natura ancora intatta e dal silenzio delle foreste di lecci e querce. La bellezza di questi luoghi e le cose che si ammirano a Dorgali ripagano ampiamente la fatica di tante curve. Prima di arrivare al paese, infatti, soprattutto per chi non riesce a dimenticare il mare, un tunnel buca la montagna e ci porta a Cala Gonone da dove si parte in battello per la visita delle famose Grotte del Bue Marino: ultimo rifugio nel Mediterraneo della foca monaca.
Ma torniamo a Dorgali, nostra destinazione finale. Interessante e obbligatoria la visita delle botteghe artigiane, dove mani veloci tessono tappeti, arazzi e ricamano pizzi, mentre un'antica tradizione di oreficeria realizza raffinati gioielli in grana d'oro e argento come quelli de "La Butega de Oro" di Dino Mele (tei. 0784/95133), nei corso principale di Dorgali.
Non meno importante la gastronomia locale che punta su specialità come il "pane carasau", le "casadi-nas" (tortine di formaggio e menta), i "culurgiones" di ricotta, gli arrosti allo spiedo, il tutto accompagnati dai vini della locale cantina sociale.
Prima di ripartire un suggerimento: visitate le Grotte di Ispinigoli (poco distanti dal paese) per ammirare la più alta stalattite d'Europa: ben 38 metri di altezza.
Puoi togliere un Sardo dalla Sardegna, ma non toglierai mai la Sardegna da dentro un sardo….
RispondiEliminaHo trovato interessante questo pensiero su Facebook ….. tratto dal profilo di Laura Laccabadora …si senza “apostrofo” mi….. e anche io molte volte mi sono chiesto, perché sento forte la sardegna dentro di me….. ecco che questi pensieri di Laura sintetizzano quello che anche il mio pensiero……
Fantastico, è tutto vero! Grazie dal tuo commento.
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